Sauro Borelli
da Assisi
Assisi di questi giorni potrebbe essere vista come una metafora eloquente di quella che è oggi la situazione del nostro cinema. Tempo ostinatamente tetro, micidiali folate di vento gelido, poche persone intabarrate in giro per gli spazi desolati della città alta. Ebbene, basta riflettere per un attimo e potrebbe essere, questa medesima, limmagine dellattuale panorama della produzione italiana, sempre alle prese con finanziamenti più che precari, idee creative quanto meno vaghe, incassi il più delle volte scarsi, aleatori. Con debite eccezioni, ben inteso (Benigni et similia).
Che fare? Nel suo piccolo, la XXIV Rassegna del cinema italiano cerca, proprio qui e in questo scorcio di autunno inoltrato, di proporre possibili rimedi, iniziative innovatrici, cambiamenti di rotta per bilanciare, potenziare le finora desolanti prospettive di autori, attori, produttori e tecnici del cinema di casa nostra.
La chiave di volta, per loccasione, è stata fornita dalla scelta di dedicare lincontro-convegno-omaggio allinsegna del «Primo piano sullautore» al noto produttore Aurelio De Laurentiis, da qualcuno già definito con qualche enfasi «un tycoon per le tutte le stagioni». Figlio darte, come si dice, discendendo direttamente dalla dinastia che annovera tra i propri ascendenti il più che celebre zio Dino De Laurentiis e il padre Luigi, esordì significativamente anni fa con Un borghese piccolo piccolo di Monicelli.
Nella giornata di venerdì i lavori della manifestazione di Assisi - che trova i suoi ulteriori punti di forza nella serie di proiezioni dei film De Laurentiis-Filmauro al cinema Metastasio; e nei tradizionali premi «Scrivere di cinema» per critici e giornalisti nostrani (questanno riconoscimento alla carriera per Irene Bignardi e, per la stagione 2005-2006, ad Emanuela Martini, oltre una decina daltri premi) - hanno avuto luogo al Palazzo del Comune con larticolato dibattito «Un cinema in cerca di futuro» cui sono intervenuti produttori della vecchia scuola (Turi Vasile e Alfredo Bini) e più giovani imprenditori (Ascione, Pecorelli).
Lesito di tanto e tale fervore di esperienze, di aggiornate strategie produttive? Ovvio che nessuno ha potuto ostentare alcuna bacchetta magica per superare limpasse paralizzante del nostro cinema, ma il personaggio di riferimento dellanimata disamina, appunto il dinamico Aurelio De Laurentiis, ha posto in chiaro quali possono essere le possibili metodologie, i più efficaci interventi volti a rinfrancare, esaltare con più incisive strategie liniziativa tanto dei giovani cineasti (spesso al loro faticato esordio nella regia), quanto i produttori che mettono in campo capitali e risorse per imprimere al nostro cinema energie, slanci progressivi.
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