nostro inviato a Torino
«Siamo i giamaicani dItalia». Massì per stavolta non è unidea da manicomio. Solo unidea sventolata sul podio della felicità da quattro ragazzi made in Italy. Gli europei indoor di Torino consegnano alla memoria sei medaglie azzurre, due bronzi (la Cusma negli 800 e il velocista Di Gregorio nei 60 m.), due argenti (Licciardello nei 400 m. e Cerutti nei 60 m.), due ori (Donato nel triplo e la 4x400). Lultimo acchiappato dallo sprint devastante ed esaltante di Claudio Licciardello, ultimo frazionista della staffetta. Oro nella 4x400, quando mai? LOval Lingotto di Torino se lè goduto con un tifo caldo, eccitato, tutto cuore per uno sport che tiene in piedi la tradizione, talvolta al limite del miracolo. «Speriamo che tutto serva a riportare latletica nelle scuole». Franco Arese, presidente federale, cerca questo seme. Il resto va colto fior da fiore. Gli europei hanno detto qualcosa: lItalia sta crescendo soprattutto al sud. Claudio Licciardello è di Catania. «Un seme per il futuro, come la staffetta. La Cusma, a livello mondiale, andrà meglio nei 1500 metri». Arese è andato per sintesi. Potremmo aggiungere Andrew Howe, magari Antonietta Di Martino. Il resto è speranza. I ragazzi della 4x400 hanno sconfitto Gran Bretagna e Polonia, dopo una gara corsa a bagnomaria fra terzo e quinto posto, finché Licciardello non ha preso il bastoncino e tenuto le energie per il recupero e lo sprint finale (tempo 30668). «Abbiamo dimostrato che uniti si può vincere», voce da leader. Staffetta che percorre lItalia da nord a sud: Matteo Galvan (il più giovane, 21 anni) vien da Vicenza ed è geometra. Jacopo Marin (25 anni) da Grado, studia giurisprudenza e a ottobre 2008 era sotto i ferri. Licciardello (23 anni) e Domenico Rao (33 anni) nascono a Catania. Galvan e Marin sono stati strappati al calcio. Marin poteva diventare cannoniere nella Triestina. Licciardello ha costeggiato fra pallanuoto e pallone, ma i genitori gli hanno fatto naufragare la passione. Quasi tutti atleti per caso.
E non solo. Era dal 1987 che lo sprint non conquistava argento e bronzo agli europei (Pavoni e Ullo). Nel resto della sua storia non ha conquistato molto di più. I velocisti sono il sale. Difficile trovarli su un podio mondiale. Ma il rush di Fabio Cerutti, 24enne torinese enfant du pays, che si è infilato nella scia di Chambers (646 contro 656) ha trainato anche Emanuele Di Gregorio (gli anni sono 29). Valgono la speranza per una 4x100. «Con Collio, Liparelli e Donato ce la possiamo fare. Vediamo se lo capiscono tutti». Cerutti nel frattempo si è dovuto convincere della pulizia etica di Chambers. «Spero che, grazie ai controlli, sia veramente pulito». Sennò loro sarebbe toccato a lui. Chiaro!
Cerutti è una bella faccia per il futuro. Fabrizio Donato, il triplista che ha ritrovato il salto di qualità, non è ancora appassito. Infine il visino acerbo e brufoloso di Elisa Cusma, figlia di un ex campione dEuropa della boxe. Ha acchiappato il bronzo con il cuore in gola dellultimo sprint. Il papà faceva il peso leggero, un combattente.
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