Dagli scarpini da calcio alle scarpe da ballo. Con alle spalle una lunga carriera nella Serie A italiana che lo ha visto arrivare all'apice del successo con l'Inter, di cui è Brand Ambassador, Fabio Galante ha dimostrato al grande pubblico italiano anche le sue doti come ballerino nel nella sedicesima edizione di "Ballando con le stelle". Al Giornale.it il dirigente dell'Inter racconta la sua carriera e il rapporto con il denaro e investimenti senza mai dimenticare i più sfortunati in difesa dei quali organizza partite di beneficenza.
Come è iniziata la sua carriera?
"Ero solo un bambino quando mio padre, anche lui giocatore, mi contagiò con una bruciante passione per il calcio. Mi ha sempre sostenuto, ha sempre creduto in me e nelle mie capacità e si è sempre fatto in quattro per aiutarmi a percorrere la strada che mi avrebbe portato a divenire un calciatore professionista. Cominciai a giocare nelle giovanili del Via Nova di Pieve a Nievoli, non distante dalla mia natia Monsummano Terme, quindi mi formai ancora adolescente nell'Empoli, con la quale a 17 anni esordii in C1. Nel 1993 la grande svolta, venni chiamato a giocare in serie A con il Genoa. Cominciò quindi la mia avventura nel campionato italiano. Venni quindi acquistato dall'Inter ed insieme vincemmo una UEFA nel 1998 con Ronaldo. Negli anni a venire giocai in altre grandi squadre come il Torino per 5 anni e il Livorno per 6 anni. Risultati straordinari ai quali non sarei mai arrivato se mio padre non avesse creduto in me tanti anni prima."
Si reputa una persona fortunata?
"Assolutamente sì. Avere il sostegno di un padre e di una famiglia speciale come la mia è una grandissima fortuna. Hanno investito tempo, denaro e speranze in me, non mi hanno mai fatto mancare nulla."
Come ha investito i primi compensi da calciatore professionista?
"I primi stipendi li portavo a casa, lasciavo che fossero i miei genitori a gestirli. Era il minimo che potessi fare, dopo tutti i sacrifici che loro avevano sostenuto per me. In ogni caso, potevo acquistare quello che volevo senza problemi, che fosse l'auto nuova o una vacanza. I miei genitori mi insegnarono il valore dei soldi e le fatiche che ci sono dietro."
Ha mai pensato di fare altri lavori oltre quello di calciatore?
"I miei possedevano una fabbrica di calzature. Vi lavorai solo un giorno, durante il quale venni pure morso dal mio cane Pancio e così mi fece capire che non era quello il mio destino."
E ora, passati tanti anni dagli esordi, come impiega i suoi proventi?
"In passato investii nel mattone, comprando immobili in varie località della Toscana. Ora ho la fortuna di avere al mio fianco una donna fantastica, Francesca, che oltre ad essere una compagna amorevole è un'abilissima consulente finanziaria. Lei gestisce tutti i miei investimenti, in maniera brillante e oculata."
Ti reputi una persona generosa? Fai beneficenza?
"Mi son sempre premurato di partecipare ad eventi benefici ed anche di organizzarne per aiutare chi ha bisogno. Anche con la squadra di cui sono dirigente, l'Inter e nella quale rivesto il ruolo di brand ambassador mi adopero continuamente per organizzare partite e iniziative sportive di beneficenza."
Cosa pensi delle nuove tecnologie?
"Sono molto affascinato dagli studi e ricerche del mio caro e illustre amico professore Bruno Siciliano. Credo che la tecnologia potrà aiutarci a vivere meglio ma bisogna che non oltrepassi certi limiti. La tecnologia deve rimanere al servizio dell'essere umano senza mai sostituirsi ad esso."
Delle criptovalute cosa ne pensa?
"Non mi interessano".
Un ricordo che porta nel cuore?
"Le parole che mi rivolse il grande Carlo Mazzone, da poco scomparso.
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