Fermate il trans olimpico, piano col ragno violino e la Serie A: quindi, oggi...

Quindi, oggi....: l'atleta spagnola esclusa da Valentina Petrillo, il gasdotto Nord Stream 2 e Vannacci

Fermate il trans olimpico, piano col ragno violino e la Serie A: quindi, oggi...

- È morta la casalinga di Voghera, ovvero la signora Paola Zanin Concati, già presidente dell’Associazione “Casalinghe di Voghera”, nata per contrastare lo stereotipo della cittadina ignorante. Ora, nessuno sa davvero come sia nata l’espressione. Quel che è certo è che ha rappresentato tutto ciò che una cerca cultura snob ha sempre odiato, e un po’ ignorato, della provincia italiana. Quella che ha riempito per decenni le urne dei moderati di centrodestra e che ha regalato audience alle tv private. In sostanza, l’Italia vera. Né ignorante né ottusa, bensì popolare. Nel significato più alto del termine.

- Un tizio è morto un mese dopo essere stato punto da un ragno violino. Un dramma. Ma occhio a seminare il panico: non ogni morso di un ragno violino provoca il decesso. Si può curare. Non trasformiamo questo aracnide nel nuovo Covid.

- Analisi molto interessante di Federico Rampini sul caso di Nord Stream 2, il gasdotto che tutti davano per auto-distrutto dai russi (ipotesi peraltro illogica) e invece fatto saltare in aria da un commando ucraino. Il giornalista parla apertamente di “inganno” di Kiev agli alleati e della necessità di fare autocritica. “Anche quando c’è un torto e una ragione, un aggressore e un aggredito, una vittima e un carnefice, questo non significa che da una parte vi sia sempre e soltanto il Male, dall’altra sempre e soltanto il Bene. Anche quando esiste un imperativo etico per schierarsi da una parte, questo non significa assolverla a priori da tutto ciò che farà”. Tradotto: giusto stare dalla parte di Kiev, ma occorre esigere rispetto. O almeno verità. E non farsi accecare dalla logica del nemico e dell’amico: a volte anche gli alleati commettono crimini che vanno sottolineati con la stessa forza con cui sottolineiamo gli orrori dell’avversario. Durante la II Guerra Mondiale Hitler era il Male e non ci sono dubbi, ma non per questo il bombardamento di Dresda, Hiroshima e Nagasaki non sono stati degli errori madornali.

- “L’Ucraina merita più appoggio politico ed economico, più armi, più accordi di difesa di quanti gliene abbiamo dati finora, ma non per questo dobbiamo tacere dei suoi errori e dei suoi crimini - scrive Rampini - Un generale tedesco, di fronte alle conclusioni dell’indagine sui sabotaggi contro Nord Stream, ha detto questo: se un attentato simile fosse stato compiuto da una nazione nemica, c’erano gli estremi per invocare l’articolo 5 del Trattato Nato e reagire con azioni militari”. Perfetto.

- Una cittadina russa-americana è stata condannata a 12 anni di carcere per aver versato 50 dollari ad una associazione che sostiene Kiev. Qui occorre fare due considerazioni. Primo: in ogni Paese in guerra, anche quelli liberali, il sostegno al nemico viene condannato al pari della diserzione. Ce ne dimentichiamo perché da molto tempo non siamo davvero in battaglia contro nessuno. Secondo: lascia sgomenti, tuttavia, l’entità della condanna. Finire 12 anni in carcere per 50 euro è oggettivamente esagerato ed illiberale. E questo deve scandalizzarci.

- Bentornata Serie A. Di solito l’assenza del campionato si fa sentire, stavolta no. Merito delle Olimpiadi, forse. Ma anche colpa di un mercato estivo sintomo di un calcio di periferia. Non siamo più, ormai da tempo, il Sole del pianeta del pallone mondiale. E l’entusiasmo ne risente.

- Non c’è niente di peggio, dico niente di peggio, del classico articolo di Ferragosto sui politici di oggi che vanno in spiaggia panza all’aria mentre “Fanfani e Pertini andavano al mare in giacca e cravatta”. Sono cambiati i tempi, ma questo non vuol dire che sia finita in peggio. L’abito, così come il costume, non fa il monaco.

- Massimo Boldi difende Giorgia Meloni e si prende una vagonata di critiche. In Italia, si sa, se un Vip va al Gay Pride e tifa Elly è un sant’uomo; altrimenti va incluso nella categoria dei soliti str***.

- Gli insulti a Angela Carini sono riprovevoli, ma a dire il vero anche Imane Khelif ne ha presi a bizzeffe. I social sono fatti così e c’è poco da lamentarsi. Piuttosto, eviterei di trasformare la pugile italiana in una santa. Il fatto che le altre avversarie di Imane siano rimaste sul ring, pur venendo colpite come zampogne, dimostra che forse Angela non ha fatto un gesto così eroico. Avrei apprezzato di più se avesse contestato sin da subito quella che, con ogni evidenza, ha considerato una ingiustizia.

- Un’atleta spagnola non sarà alle Paralimpiadi perché il suo posto è stato preso dall’ex uomo Valentina Petrillo. L’avvocato protesta e ne parla anche la Bild. E questa, ormoni o non ormoni, testosterone o non testosterone, è una palese ingiustizia che va sanata. Chi è nato uomo, trans o meno, gareggia contro gli uomini. Punto. Chi prende la strada della transizione è libero di farlo, ma deve tenere in conto che questa sua scelta può precludergli la partecipazione alle Olimpiadi o alle Paralimpiadi. La vita non può essere tutto un pranzo di gala. Perché poi a rimetterci sono i più deboli: in questo caso, un'atleta spagnola cieca che non potrà coronare il suo sogno olimpico.

- L'atleta in questione si chiama Melani Bergés Gàmez, 34 anni, non vedente al 90 per cento come conseguenza dell'albinismo. È rimasta fuori dal podio dei 200 per appena 8 centesimi. "Sono alta un metro e 70 e Valentina mi supera con tutta la testa e oltre. Difendo i diritti delle donne cisgender, ma non significa che odi le trans. Però non possiamo competere con persone geneticamente superiori". Bisogna combattere per lei. Ps: Valentina fu Fabrizio ha 50 anni, la sua avversaria 34. Se il suo essere stato uomo non le garantisse un vantaggio evidente sarebbe impossibile, o quasi, che con quella differenza di età sarebbe riuscita a superare Melani.

- Ps: Valentina Petrillo gareggia alle Paralimpiadi perché rispetta le regole. Nulla da eccepire. Il problema non è lei. Il problema sono le regole, che vanno cambiate.

- Tutti possono sbagliare, incluso chi scrive.

Ma se Vannacci pensa davvero di fondare un partito per tentare la scalata da solo, senza radicamento sul territorio né sostegno, le opzioni sono due: o è politicamente un folle; oppure abbiamo trovato il nuovo Silvio Berlusconi. Per il momento propendiamo per la prima opzione.

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