In Ue il vaiolo delle scimmie. L'Italia rafforza i controlli

Un caso di "Mpox" in Svezia. L'Ecdc: "Molto probabili casi importati in Europa". Il ministero: più sorveglianza ma la situazione è tranquilla

In Ue il vaiolo delle scimmie. L'Italia rafforza i controlli
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Ce l'eravamo quasi dimenticato il vaiolo delle scimmie, cioè il virus mpox, dopo l'allarme internazionale provocato dal pericoloso focolaio scoppiato nel luglio del 2022 alle Canarie nel mezzo di un gay pride.

Ma ora eccolo salito ancora alla ribalta, con la nuova variante Clade 1b, più aggressiva e contagiosa: il virus ora si può trasmettere non solo per via sessuale come succedeva per il ceppo originale, ma anche attraverso le goccioline di saliva e colpisce etero e anche i bambini sotto i 15 anni. La mutazione del virus ha provocato già i primi danni: l'epidemia prima solo diffusa in Congo, si sta estendendo anche in Burundi, Kenya, Ruanda e Uganda.

Da qui il campanello di allarme suonato in tutto il mondo e l'Oms ha fatto scattare l'emergenza sanitaria internazionale.

In Pakistan sono stati riscontrati tre nuovi casi di Mpox mentre la Cina ha rafforzato i controlli sulle persone e sulle merci che potrebbero essere state in contatto con Mpox. A Stoccolma, in Svezia, è stato segnalato il primo caso di Clade 1b europeo. E il Ministro della salute svedese ha definito la situazione seria, ma ha aggiunto che il rischio di infezione è basso. È una malattia conosciuta. Ci sono vaccini e li abbiamo in magazzino.

In Italia siamo ancora immuni da viaggiatori contagiati. Ma il ministero della Salute rafforza la sorveglianza diagnostica. Al momento non sono stati accertati casi del nuovo ceppo (clade I) di Mpox dichiara Mara Campitiello, capo del Dipartimento della Prevenzione del ministero della Salute. Nonostante ciò sono stati attivati i canali operativi per pianificare strategie di contenimento del rischio nell'eventualità di variazione dello scenario attuale. Una strategia in linea con quanto disposto dal direttore regionale per l'Europa dell'Oms, Hans Kluge, che ha esortato i Paesi europei a migliorare i controlli.

I numeri confermano la necessità di tenere gli occhi aperti. Se nel 2022 l'epidemia aveva colpito quasi 100.000 persone, in 116 paesi, e provocato 200 decessi. In questi primi mesi dell'anno, solo in Congo, le infezioni sono state oltre 15 mila e i decessi ben 537 . Tra le persone più a rischio ci sono le donne e i bambini sotto i 15 anni. E secondo l'Oms, la variante nuova, Clade 1b, causa la morte in circa il 3,6%-5% dei contagiati.

Ma nonostante i poco rassicuranti numeri, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e i CDC americani, non parlano di un vero allarme a livello mondiale e stimano il rischio di propagazione dell'infezione in Europa e negli Stati Uniti molto basso, anche se alle persone più a rischio può essere raccomandato il vaccino di cui anche l'Italia Rassicurano al ministero della Salute - ha fatto scorta sufficiente per garantire il fabbisogno interno.

E' però l'Africa quella in difficoltà, continente a cui vanno inviati al più presto i vaccini per immunizzare la popolazione. Per il momento l'Oms conferma che circa 500 mila dosi del vaccino MVA-BN, prodotto da Bavarian Nordic, sono già nella disponibilità dei produttori e altre 2,4 milioni potrebbero essere prodotte per la fine dell'anno.

I vaccini sono fondamentali per il contenimento dell'epidemia, ma consola il fatto di sapere che molto spesso Mpox guarisce da solo, senza bisogno di cure specifiche, con sintomi che durano in genere da due a quattro settimane.

ECus

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