Controesodo, ore d'attesa agli imbarcaderi di Messina. Ma per Schlein bastavano 20 minuti per attraversare lo Stretto

La lunga attesa che si registra per prendere un traghetto per Villa San Giovanni dimostra come la segretaria dem avesse confezionato una realtà "paradisiaca" distante dal vero

Controesodo, ore d'attesa agli imbarcaderi di Messina. Ma per Schlein bastavano 20 minuti per attraversare lo Stretto
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E menomale che ci si doveva impiegare appena un quarto d'ora o poco più per attraversare lo Stretto di Messina. Le parole di Elly Schlein di soli tre mesi fa, in uno dei suoi viaggi in traghetto tra Calabria e Sicilia durante la campagna elettorale per le Europee contro la costruzione del ponte, oggi risuonano più che mai stravaganti stante la situazione che si sta registrando costantemente in tutti questi fine settimana estivi. Quello attuale, infatti, è il primo finesettimana di ritorno dalle vacanze e che corrisponde alla prima ondata di controesodo sullo Stretto: l'organizzazione messa in moto in casi come questi dimostra come le parole della segretaria del Partito Democratico fossero completamente infondate.

A Messina infatti, sul viale della Libertà - che è la strada che porta agli imbarcaderi dei traghetti privati - si sono formate lunghissime code di auto e altri veicoli in partenza dalla Sicilia. Il serpentone che porta le vetture alle imbarcazioni è pieno; l'attesa registrata per riuscire a salire a bordo è di oltre un'ora, per non dire quasi due. Tra l'altro, in tutto questo, c'è da sottolineare che sono in funzione ben otto navi dei traghetti privati e anche altre quattro della Ferrovie. La polizia municipale con diverse pattuglie presiede tutti gli incroci con il viale della Libertà, in particolare quello con il viale Giostra e il viale Boccetta. Una situazione per niente dissimile rispetto a quello che erà già successo giusto sei giorni fa. Matteo Salvini non ha dunque esitato a ricordare quelle parole della dem invecchiate male nel frattempo: "Ore e ore di coda sullo Stretto di Messina, con turisti, cittadini e pendolari bloccati. Ma per i signori del 'No Ponte' l'opera non serve perché, secondo loro, bastano 20 minuti per attraversarlo. Sì al Ponte, sì al lavoro, sì allo sviluppo", scrive su Facebook.

Ecco che quindi si può ritornare leggermente indietro nel tempo per ricordare un altro botta e risposta che ci fu tra la Schlein e Salvini. Lo scorso 28 maggio la leader del Pd giurava che fosse piuttosto "semplice" compiere una traversata in traghetto tra Messina e San Giovanni: "Ci abbiamo impiegato appena venti minuti, a dimostrazione del fatto che il Ponte non serve", aveva affermato la leader dei dem in una surreale diretta su Instasgram. Come capolista nella circoscrizione "Isole" alle elezioni europee, Schlein aveva poi proseguito con il solito refrain sul fatto che il Ponte sia un'opera "anacronistica, inutile e dannosa". "Vogliamo fermarci ad ascoltare dalla voce della gente - sottolineò - quello che serve davvero alla Sicilia e ai siciliani".

Immediata su la replica del leader della Lega "Ho visto la collega e amica Schlein, che l'altro giorno ha preso il traghetto e ha detto che è bello andare con questo mezzo - disse Salvini -. Lo dice chi qui viene una volta l'anno. I pendolari che tutti i giorni devono passare tra Sicilia e Calabria e magari in estate ci mettono tre, quattro ore non lo ritengono così bello. Ritengo che tra Sicilia e Calabria sarà un mondo diverso". Il vicepresidente del Consiglio non si capacitava, come adesso del fatto che "solo in Italia la politica riesce a fare la guerra a un ponte, ma un ponte non è della Lega, di destra o sinistra. Un ponte unisce popoli, culture, lavoratori", aveva affermato.

Gli fece eco il senatore leghista Nino Germanà: "Milioni di cittadini, per raggiungere la Sicilia patiscono file, devono attendere ore e non hanno il tempo di godersi il paesaggio perché devono percorrere a piedi, con bagagli e borsoni, la strada per raggiungere il traghetto". Il tutto sperando di arrivare in tempo e "non rischiare di aspettare sulla riva altri 45 minuti".

Per poi concludere: "Invece di parlare come una turista che si fa i selfie sullo Stretto - terminò Germanà - chieda scusa alle tante persone che da anni sopportano enormi disagi". Un invito che può valere tranquillamente anche adesso, a cavallo di Ferragosto.

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