Dall'invasione alla controinvasione: potrebbe essere questa la fotografia spicciola della complessa, nuova, situazione creatasi tra Russia e Ucraina dopo due anni e mezzo di guerra. L'offensiva nella regione di Kursk continua senza sosta, sebbene abbia un'area di portata limitata. Ma le forze di Kiev non hanno intenzione di fermarsi qui.
Kiev rafforza le posizioni, Mosca pronta a ritorsioni
L'esercito ucraino sta "rafforzando" le sue posizioni nella regione di Kursk, ha dichiarato il presidente Volodymyr Zelensky, a più di dieci giorni dopo il lancio di una grande offensiva sul suolo russo. Il generale Syrsky, eroe nazionale dell'incursione, ha riferito del rafforzamento delle posizioni delle forze di Kiev nella regione e dell'estensione del territorio stabilizzato, ha annunciato Zelensky su Telegram, dopo un incontro con il comandante in capo dell'esercito ucraino.
In caso di attacco delle forze armate ucraine alla centrale nucleare di Kursk erranno adottate dure misure di ritorsione militare e tecnico-militare, ha affermato il ministero della Difesa russo. Per Mosca, se il regime di Kiev iniziasse ad attuare piani volti a creare un disastro nella parte europea del continente con la contaminazione radioattiva di vasti territori, verranno immediatamente adottate dure misure militari e tecnico-militari di ritorsione, si legge in una nota.
Il giallo del ponte distrutto dagli Himars
Il ponte sul fiume Seym nel distretto di Glushkovo nella regione russa di Kursk è stato distrutto ieri da un attacco condotto dalle truppe ucraine con armi di fabbricazione occidentale, molto probabilmente missili Himars americani. Lo ha affermato il ministero degli Esteri russo, sostenendo che perla prima volta sarebbero stati lanciati attacchi con missili prodotti dall'Occidente.
Il ponte sul fiume Seym è stato completamente distrutto in seguito all'attacco e i volontari che fornivano assistenza all'evacuazione dei civili sono stati uccisi. Tutti i colpevoli di questi atti barbarici saranno severamete puniti", ha tuonato Maria Zakharova. Il governatore regionale facente funzione di Kursk, Aleksei Smirnov, ha confermato, ieri, che un ponte nel distretto di Glushkovo è stato distrutto in un attacco condotto dalle Forze armate ucraine.
Perché proprio il ponte sul fiume Seym
L'agenzia di stampa indipendente IStories ha riferito che l'esercito russo stava utilizzando il ponte per rifornire le sue forze di armi ed equipaggiamento nel distretto di Glushkovsky, un'area sottoposta a un ordine di evacuazione obbligatoria. Il ponte si trova a circa 11 chilometri a nord del confine ucraino.
Il milblogger Roman Alekhin ha ipotizzato che le forze ucraine abbiano distrutto il ponte come parte di una strategia più ampia per ottenere il controllo del distretto, che si ritiene sia sotto il controllo ucraino; quest'ultimo, infatti, è in gran parte separato dal resto della regione di Kursk dal fiume Seym. Tre ponti attraversano il fiume Seym tra Glushkovo e il confine ucraino in questa zona. Si trovano negli insediamenti di Zvannoye, Glushkovo e Karyzh.
L'indiscrezione sulla mediazione del Qatar
L'incursione dell'Ucraina "fa deragliare gli sforzi per un cessate il fuoco parziale con la Russia": a scriverlo è il Washington Post, secondo il quale l'incursione dell'Ucraina in Russia ha fatto fallire i piani che prevedevano di tenere colloqui indiretti in Qatar sulla sospensione degli attacchi alle infrastrutture energetiche.
Ucraina e Russia, secondo il quotidiano Usa, avrebbero inviato delegazioni a Doha questo mese per negoziare un accordo storico destinato a porre fine agli attacchi contro le strutture energetiche e le infrastrutture elettriche di entrambe le parti. L'intesa sarebbe stata l'equivalente di un cessate il fuoco parziale e avrebbe concesso una tregua a entrambi i paesi. Il Qatar avrebbe funto da mediatore, incontrando separatamente le due delegazioni.
Tuttavia, nulla sarebbe perso per sempre: secondo un diplomatico citato dal giornale, Mosca non avrebbe chiuso totalmente
il dialogo. Kieve, invece, nonostante le intenzioni di creare un corridoio nel Kursk, avrebbe comunque inviato la sua delegazione a Doha, ma il Qatar ha rifiutato perché riterrebbe controproducente il dialogo uilaterale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.