- Pare che alla fine Nicola Zingaretti abbia deciso di candidarsi alle elezioni europee su richiesta di Elly Schlein. Figuratevi se sarebbe rimasto fuori, come andava affermando. Comprensibile, per carità: da qualche parte un ex segretario va pure piazzato. Il dramma semmai per Elly è che il suo “nuovo Pd” finisce col sembrare sempre più quello “vecchio”. E per informazione, non è che alle elezioni fosse andato fortissimo…
- Vincenzo De Luca capopopolo non si scusa e torna ad affermare che “mi devono solo sparare in testa se mi vogliono fermare”. Per carità, ci ha abituato alle tragedie greche e alle piazzate da cabaret. Ed è vero che il fuorionda veniva da una conversazione “privata”. Però per chiedere scusa basta una sola parolina. Facile facile, la insegnano da bambini: “Ho sbagliato, scusa”. Ma forse Vincenzo non conosce.
- Intanto sappiate che, mentre Israele preme su Gaza e i profughi palestinesi cercano di sfuggire dalle bombe, chi potrebbe accoglierli, cioè l’Egitto, cioè un Paese arabo, ha alzato un muro per impedire loro di mettersi in salvo. Così, giusto per sapere.
- Abbiamo cercato in agenzia le parole “Schlein” e “De Luca” per vedere se la segretaria Pd avesse biasimato il turpiloquio maschilista, sessista, vergognosamente patriarcale usato dal governatore della Campania contro Giorgia Meloni. Eppure niente, tutto tace. Alla faccia della coerenza.
- Carlo Calenda lancia l’idea di una piazza per ricordare Navalny e condannare Putin. Accettano quasi tutta, inclusa la Lega, tranne il M5S. Bene eh, l'unità in politica fa sempre piacere. Anche se, sinceramente, l'utilità di una simile manifestazione mi pare prossima allo zero.
- Secondo Mosca, Navalny sarebbe morto a causa della sindrome della morte improvvisa. C'è da crederci? No.
- Maurizio Landini si vergogna di quanto fatto ieri? No. Anzi: torna alla carica, a mente fredda e questo è ancor più grave. Perché se può accadere di farsi prendere dalla foga dell’agenzia di stampa, di commentare una tragedia accusando il governo quando ancora si sta scavando sulle macerie, rilasciare un’intervista alla Stampa da pubblicare il giorno dopo (cioè oggi) è davvero troppo. Non importa se è vero o meno che la colpa del crollo sarebbe la minor presenza di regole e regolette a causa della riforma del codice degli appalti. Il punto è che non sono passate ancora 48 ore e non è ben chiaro come e perché sia crollata quella trave: come fa Landini ad accusare il sistema dei subappalti? Se ieri abbiamo parlato di sciacallaggio, oggi è pure peggio.
- In Italia abbiamo un probema. Questo: la politica, eletta dal popolo, può fare tutti gli accordi che vuole e tentare di gestire l'immigrazione come crede, ma è inutile: tanto poi arriva un giudice che mette tutto in discussione. È successo col decreto Cutro (ricordate?) e anche sul patto Albania-Italia i magistrati sono già pronti a dare battaglia. Adesso la Corte di Cassazione ha condannato il comandante del rimorchiatore Asso28 che aveva riconsegnato nel 2018 ben 101 migranti alla Guardia costiera libica: per i giudici la Libia non è un "porto sicuro", quindi riportarli lì significa abbandonarli in stato di pericolo e violare il loro diritto di chiedere asilo. Questo impatterà sulle politiche migratorie? Sì e no. Di certo i comandanti di natanti nel Mediterraneo si guarderanno bene dal trattare con la Guardia costiera libica, benché sia aiutata dall'Italia con mezzi e addestramenti. Ma è probabile che adesso ripartirà la tiritera delle Ong che punteranno a non rispettare le indicazioni di Tripoli. Dal punto di vista pratico, in realtà, cambia poco.
Il caso della Asso28 è limite: quasi mai le navi italiane, se si trovano a fare un soccorso, "riportano" i migranti in Libia perché una condanna per i respingimenti collettivi era già arrivata. Di solito si fa in modo che a intervenire in caso di distress siano direttamente le navi libiche così che, tecnicamente, le nostre non siano per nulla interessate. Vedremo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.