Blitz della Guardia di Finanza di Venezia questa mattina all'alba, nell'ambito di un'indagine per l'ipotesi di reato di danni alla pubblica amministrazione. Su ordine della procura della città lagunare, le Fiamme Gialle hanno eseguito un'ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di amministratori, pubblici funzionari e di imprenditori. Tra loro anche l'assessore alla mobilità del Comune di Venezia, Renato Boraso. Dalla procura hanno inviato un avviso di garanzia "a sua tutela" anche al sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che risulta essere indagato. I militari hanno effettuato anche un sequestro preventivo che al momento ammonta a circa 1 milione di euro.
Sono almeno 18 le persone coinvolte dall'indagine, mentre quelle condotte agli arresti sono 10. Tra gli indagati risultano, tra gli altri, i nomi di Giovanni Seno, direttore generale di Actv, e Luis Lotti, manager italiano di Ching Chiat Kwong. E ancora, Fabio Cacco, responsabile degli appalti del Comune, e l'imprenditore Fabrizio Ormenese. Nell'elenco compaiono, inoltre, Matteo Volpato, Fabrizio Salis, Alessandra Bolognin, Daniele Brichese, Francesco Gislon.
La vicenda che coinvolge Brugnaro riguarda le trattative con l'imprenditore di Singapore Chiat Kwong Ching per l'area dei "Pili" alle porte di Venezia, di proprietà dello stesso Brugnaro, e il blind trust che gestisce il patrimonio che il sindaco creò quando venne eletto. "Stiamo valutando la correttezza della gestione del blind trust del sindaco", ha dichiarato il procuratore capo di Venezia, Bruno Cerchi a margine della conferenza stampa. "Per correttezza nei suoi confronti, gli abbiamo detto che stiamo valutando questo caso. Forse poteva non essere necessario, ma per trasparenza dell'attività della procura abbiamo ritenuto che fosse messo a conoscenza questa valutazione. Non è stato attinto nemmeno da perquisizione", ha aggiunto. L'arresto di Boraso, ha spiegato il procuratore, si è reso necessario "perché era emerso che negli ultimi tempi stava cercando di eliminare documenti importanti per l'indagine".
Il sindaco di Venezia ha rilasciato una nota a commento della vicenda: "Sono esterrefatto! In cuor mio ed in coscienza, so di aver sempre svolto e di continuare a svolgere l'incarico di Sindaco come un servizio alla comunità, gratuitamente, anteponendo sempre gli interessi pubblici. Per entrare nel merito, l'ipotesi che io abbia potuto agire sui Pili per portare dei vantaggi in termini di edificabilità e/o varianti urbanistiche è totalmente infondata". Poi, ha aggiunto: "Quella, come noto, è un'area già edificabile da prima della mia Amministrazione e mai ho pensato , né messo in atto, alcuna azione amministrativa per un cambiamento delle cubature. Stessa cosa riguardo la vendita di Palazzo Papadopoli, che mi risulta alienato secondo una procedura trasparente dal punto di vista amministrativo. Ovviamente, sono e resto a disposizione della magistratura per chiarire tutte queste questioni"
"Il centro dell'indagine è l'attività dell'assessore in relazione alla strutturazione di gare in cui venivano favoriti alcuni privati rispetto ad altri in cambio di denaro", ha detto ancora il procuratore. I finanzieri nel corso della mattinata hanno effettuato perquisizioni presso il Comune di Venezia e nella sede della mobilità lagunare Avm/Actv. Boraso lavora da almeno due decenni nell'amministrazione comunale ed è al secondo mandato come assessore della giunta di Luigi Brugnaro.
Dal 2005 al 2010 è stato consigliere comunale di opposizione durante l'ultimo mandato del sindaco Massimo Cacciari. Nel 2015 si è candidato con una propria lista civica a sostegno di Brugnaro mentre nel 2020 si è presentato nella lista civica di Brugnaro, ottenendo l'elezione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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