- Ieri abbiamo detto che anziché andare a cercare chissà quale giustificazione per la strage di Paderno Dugnano, forse bisognerebbe pensare semplicemente alla “banalità del male”. Oggi aggiungiamo che sarebbe il caso di considerare il giovane colpevole di omicidio per quello che è: praticamente un uomo. Non stiamo parlando di un 12enne, ma di un ragazzo che tra pochi mesi avrebbe preso la patente, votato, scelto la sua strada nella vita. L’età non può essere una scusante.
- Sul caso Sharon Verzeni ho visto un'intervista di una collega inviata di fronte alla villetta del marito. Domanda: “Saranno stati giorni difficili, dopo tanta pressione. Come si sente?”. Allora. A mettere “pressione” al marito, con sospettucci buttati lì, allusioni, storie di dissidi coniugali, ipotesi, convocazioni in caserma scambiate per sentenze, sono stati i giornali. Gli stessi che poi vanno lì a chiedergli come se la passa. Se non sopporto la cronaca nera, un motivo c’è.
- Tutto in politica cambia, anche i governi in tempo di guerra. Anzi: soprattutto i governi in tempo di guerra quando la legge marziale permette al presidente di restare al potere anche a mandato scaduto. Dunque non stupisce che i ministri di Zelensky si siano dimessi in massa. Semmai bisogna comprendere il perché e soprattutto se tutto questo è legato all'offensiva nel Kursk che, al netto delle conquiste iniziali, pare essersi impantanata.
- Vi ricordate il tizio a Locorotondo che dà in escandescenze e pesta un carabiniere? Si è vero, è un fatto vecchio. Ma il ragionamento resta decisamente attuale. La pubblicazione di un video aveva reso l’aggressione di interesse nazionale. Ne hanno parlato tutti, tranne però il Quirinale. Abbiamo aspettato una settimana. Una lunga settimana. Abbiamo dato il tempo alla Presidenza della Repubblica, nella persona di Sergio Mattarella, di non fare figli e figliastri. Invece, nada. Ricordate lo scorso febbraio? Ecco: dopo gli scontri di Pisa, il presidente vergò un comunicato stampa per ricordare che “con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”. Stavolta, invece, pare essersi dimenticato di scrivere qualcosina sulle condizioni del carabiniere e per spiegarci che sì, anche permettere ad un tizio qualunque di malmenare un militare “esprime un fallimento”. Abbiamo cercato un comunicato o una qualche notizia, non l’abbiamo travati. Di sicuro non hanno fatto rumore come il caso di Pisa. Non è che il carabiniere vale meno degli studenti in piazza a protestare contro non si sa bene cosa?
- Sul caso Sangiuliano-Boccia, Angelo Bonelli presenta un esposto alla procura. Credo che a Roma abbiano un armadietto solo per le (inutili) denunce del leader dei Verdi.
- Ah, solo per ricordarvi che ancora la Francia non ha un governo. Com’era la storia del Paese che non può restare senza esecutivo, ritornello che di solito i nostri editorialisti vergano ogni qual volta si profila l’idea di tornare alle elezioni?
- È indegno che i Giovani palestinesi d’Italia organizzino una manifestazione per elogiare e ricordare il massacro del 7 ottobre in Israele. Nessuna “resistenza”, come la chiamate voi, giustifica l’eccidio di civili, ragazzi, donne e bambini. Non si può trattare un crimine simile come se fosse una festicciola rivoluzionaria da centro sociale.
- Capisco il gossip, l’estate, l’amore per tutto ciò che è pruriginoso. Ma mi spiegate dove sono le femministe quando Paolo Mieli, stimato ex direttore del Corsera, definisce in tv Maria Rosaria Boccia “una esperta popeiana”? E il sessismo? E il patriarcato? E il rispetto per la donna? Tutti muti, anche Marianna Aprile che era in studio. Mah.
- Il ministro Sangiuliano si presenta al Tg1 e ci mette la faccia.
Di per sé l’intervista è chiarificatrice, forse toccante, lui si commuove, piange (non per finta) e chiede scusa alla moglie di fronte all’Italia. Certo è che la ragione, in questo caso, sta tutta nelle parole di Carlo Nordio: serviva cautela. Però prima.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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