La sparata di Saviano su Meloni, compra Usa compra e Totti: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: la tiktoker coi grillini, Ursula fa un'offerta a Trump e i fagioli di Bud Spencer

La sparata di Saviano su Meloni, compra Usa compra e Totti: quindi, oggi...

- Non so se sia vero e io, sinceramente, non ci credo. Però l’idea che i grillini passino dal leader comico alla capopopolo Tiktoker di Roccaraso, beh: mi entusiasma. Sarebbe stupendo. Immaginatevi Rita De Crescenzo in Parlamento a presentare mozioni sul reddito di cittadinanza. Sai che divertimento.

- Dice Ursula von der Leyen: “Dobbiamo diversificare ulteriormente le nostre relazioni commerciali" perché ciò "amplia le opportunità di mercato ed è cruciale per le nostre aziende". "Ci concentreremo come un raggio laser sull'83% del commercio globale che va oltre gli Stati Uniti - aggiunge - vaste opportunità, ed è per questo che stiamo approfondendo le nostre relazioni con i nostri partner commerciali. Conoscete gli accordi che abbiamo fatto con Messico, Mercosur e Svizzera, stiamo lavorando con India, Thailandia, Malesia, Indonesia e molti altri”. Vero, verissimo. Ma pensare di poter fare a meno del mercato americano è pura follia. Chiedetelo alle aziende che esportano negli Usa e che hanno provato in passato a vendere i nostri prodotti anche in Cina. Il risultato non è lo stesso. Pensate al food and beverage. Pensate davvero che i cinesi, gli indiani o i malesi siano disposti a investire 8 euro per bere l’acqua imbottigliata sulle alpi italiane? Oppure che siano pronti a spendere e spandere per mozzarelle, pasta, vino e prosecchino? Gli americani hanno una cultura del debito, della spesa e del lusso (a livello medio, intendo) che altri popoli, vuoi o non vuoi, si sognano. Inoltre hanno un reddito pro-capite di 82mila dollari contro i 12mila della Cina. Ed è questo che li rende il mercato perfetto per il Made in Italy.

- Volete conoscere il potere delle fake news dei buoni? Allora. Oggi verso le 16 la Reuters (mica Topo Gigio) emette un lancio di agenzia secondo cui uno dei consiglieri di Trump avrebbe detto alla Cnbc che il presidente è pronto a sospendere per 90 giorni i dazi. Panico sui mercati, che rimbalzano in alto dopo una mattinata da lunedì nero. Piccolo problema: nel giro di pochi minuti la Casa Bianca smentisce tutto parlando di “fake news”. Nessuno in fondo, manco l’Associated Press (mica Minni) sa da dove provenga quella dichiarazione del consigliere trumpiano. Perché Hasset ha sì parlato, ma alla domanda del conduttore della Fox sull’ipotesi di mettere i dazi si è limitato ad usare un intercalare per poi concludere che “il presidente deciderà quello che deciderà”. Sarà anche vero che l’episodio racconta “il livello di tensione” degli operatori di borsa, ma è anche un pessimo esempio dell’isteria dei media in certi momenti.

- E intanto l’Ucraina, ciaone: chi ne parla più?

- Ah, ci sarebbe pure una guerra in corso a Gaza.

- E Prodi alla fine della fiera non ha ancora chiesto scusa.

- Il mondo è pieno di matti. Uno youtuber ha portato una coca cola ad una tribù che vive isolata in un’isolotto, nel golfo del Bengala, ancora nudi e con arco e frecce. È stato arrestato, trattandosi di un reato. Mi dispiace solo che questi indigeni abbiano dovuto conoscere il peggio che c’è nel mondo “civilizzato”.

- Davvero a uno che sarà costretto a pagare chissà quante migliaia di euro al pese di alimenti all’ex moglie, intendo Francesco Totti, volete impedirgli di andare ad incassare una milionaria (o di più) solo perché la Russia è brutta e cattiva?

- Scopro ora che esistono davvero i fagioli di Bud Spencer e che fatturano un botto. Il mondo è un posto stupendo.

- Roberto Saviano che in tv dice che Meloni a volte è sembrata essere un "troll di Trump in seno all'Europa". Direte: se intendeva che la premier è l'utile idiota del presidente Usa avrebbe potuto utilizzare altre similitudini senza scomodare i fastidiosi utenti dei social o i puzzolenti personaggi fantasy di Tolkien. Ma non è questo il punto. Nel suo intricato ragionamento, l'autore di Gomorra è arrivato a sostenere che il decreto Sicurezza licenziato l'altro giorno dal governo sarebbe il primo passo verso la "democratura", cioè una democrazia illiberale, sulla scorta di quella di Orban vero maestro di Meloni. Di più: secondo Saviano i decreti servirebbero non tanto a reprimere il dissenso degli oppositori, ma a "difendersi dalla loro gente" quando, esasperata dai fallimento del governo, metterà in atto "una pratica di piazza molto violenza". Ora, va bene tutto. E se dal romanzo sulla camorra vogliamo passare al genere fantasy va bene. Ma chi nelle piazze c'è stato qualche volta a registrare gli avvenimenti sa benissimo che durante i cortei di FdI, Lega o Forza Italia non partono mai petardi, molotov o bombe carta contro gli agenti. Se c'è qualcuno che mette in atto una "pratica molto violenta" quelli sono antagonisti, centri soaicli e studenti vari. Prima di preoccuparmi della reazione degli elettori della Meloni, guarderei la trave nell'occhio dei movimenti di sinistra. Se Saviano non crede a noi, può chiedere a qualche poliziotto.

- Interessante analisi di Giovanni Colavita a Quarta Repubblica, lui che importa olio, pasta e altro (prodotti alimentari freschi) negli Stati Uniti. Dice: su olio e pasta non ci saranno grossi problemi con i dazi. Per quanto riguarda l'olio: 1) già costa cifre sconsiderate e quando a causa della crisi di produzione in Europa il prezzo era schizzato in alto, non ci sono state comunque riduzioni dei volumi; 2) c'è una campagna in corso contro l'olio di semi e a favore dell'olio d'oliva; 3) non c'è capacità produttiva negli Usa, o comunque costa troppo. Per quanto riguarda la pasta: 1) gli americani non sanno farla; 2) nei periodi di crisi, di solito c'è aumento del consumo perché negli Stati Uniti viene considerato un pasto "povero". E qui torniamo a quello che dicevo prima: non si può pensare di "sostituire" il mercato americano con quello di altri continenti perché nessun altro reagisce così di fronte ai prodotti italiani o europei.

- Anche Pietro Beccari, Amministratore delegato di Louis Vuitton, ha spiegato chiaramente che alcuni settori del made in Italy (come il lusso e l'alimentare) sono difficili da "trasferire" negli Stati Uniti. Perché la bellezza non la si inventa dalla sera alla mattina, serve una storia: noi ce la abbiamo, gli americani no.

E quindi i consumatori Usa se vogliono una bella borsa non andranno a comprarla dai marchi americani ma nelle boutique italiane o francesi. Dovranno pagarle di più? Lo faranno, in larga parte. Il problema è un altro: se noi cominciamo una guerra commerciale, allora sono guai.

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