Un matrimonio che censura e reprime il desiderio

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Un matrimonio che censura e reprime il desiderio
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Cara Valeria, sono sposata da vent’anni con mio marito che è molto più grande di me, ci passiamo 15 anni. Un giorno incontro Giorgio, giovane, mio coetaneo, io ho 37 anni. Lui insegna all’università. È un uomo molto affascinante e colto. Io riesco a sganciarmi da mio marito qualche fine settimana, più o meno due al mese. Dico che ho impegni di lavoro in giro per l’Italia. Io sono un dirigente dell’amministrazione di una grande azienda. Con Giorgio passiamo week-end di fuoco nella mia villa in Toscana. Ma quello che è sorprendente è che con lui ho scoperto la pratica del bondage. Sia io che lui ne siamo incuriositi. Tutto ciò non potrebbe mai accadere con mio marito, che è una persona pudica. Io e Giorgio diventiamo dipendenti l’uno dall’altro e questi giochi ci uniscono molto, abbiamo un’intimità intensa. Non ti nascondo che questo rapporto mi spaventa perché mi sento coinvolta in un gioco più grande di me che potrebbe sfuggirmi di mano. Ora infatti non riesco più a fare a meno di Giorgio. Penso di amare mio marito, ma con lui non riesco ad esprimermi completamente, anche nella sessualità. È come se fossi intimidita, come si mi censurassi continuamente. Invece con Giorgio sono sempre me stessa e questo gioco pericoloso mi piace. Cosa fare? Continuare il mio matrimonio normale e a tratti noioso, ma di sentimenti genuini, o lanciarmi in questa nuova avventura trasgressiva e piena di passione in cui mi sento più libera?
Valentina

Cara Valentina, direi che o fa uscire il bondage dalla sua vita, o fa entrare il bondage nel suo matrimonio. Non deve pensare che essere entrata in contatto con un aspetto della sua sessualità a trentasette anni sia solo merito di «questo» Giorgio. Probabilmente Giorgio l’ha aiutata ad esprimerla, ma non necessariamente tutto nasce e muore con lui. Dice che da suo marito si sente perennemente intimidita e quindi, a letto, finisce sempre con l’autocensurarsi.

Cosa ne sa che suo marito (che va bene sarà più grande di lei ma non è certo decrepito), non sarebbe più che disposto ad accogliere i suoi nuovi gusti sotto alle lenzuola? Forse è una vita che anche lui si limita pensando di assecondare e rispettare la sua natura pudica. Mi sembra che il primo luogo in cui andare a cercare se stessi sia proprio il matrimonio. Almeno ci provi Valentina, conceda una chance anche a suo marito. Potrebbe avere grandi sorprese.

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