Lascio i complimenti e i ringraziamenti al minimo non perché non siano assolutamente meritati; leggere la sua rubrica è ormai un must, più o meno alla stessa ora, metà mattina, molto meglio, più salutare ed economica della prima pausa caffè. Sull’argomento della lettera recentemente pubblicata (il dentista, Ada, la tentazione di abbandonare la famiglia...) volevo solo dire che il suo commento finale, quasi una implorazione a «fare i bravi» è certamente la cosa più saggia da fare perché il contrario sarebbe la classica «toppa peggio del buco». Ciò però non significa che molto spesso il buco vi sia e anche abbastanza grande... Sto per raggiungere la fatidica «sessantina» e le dico sinceramente che ringrazio il buon Dio di non avermi mai «indotto in tentazione» o forse più precisamente, e qui onestamente penso di metterci del mio, a non cercare tentazioni... E non mi pongo neppure il problema se per «moralismo», paura, o meglio mancanza di coraggio, o semplicemente per «tempo scaduto». Ma certo, non è uno sfogo ma una semplice constatazione, l’evoluzione di un normalissimo ménage coniugale (anche dal punto di vista sessuale) qualche riflessione critica inevitabilmente la determina. In un mondo che poggia sempre più sul crinale di una montagna, con burroni a destra e sinistra e un sentiero sempre più stretto il concetto di equilibrio diventa l’unica salvezza fisica e psicologica. Niente toppe sbagliate ma senza neppure scordarci dell’esistenza del buco... Grazie per l’attenzione.
Un affezionato anonimo lettore
Caro anonimo lettore, in effetti la differenza, specie quando si sta in bilico sul crinale, sta tutta nell’equilibrio: o si cade, o si ha la freddezza di mettere un piede davanti all’altro sul sentiero stretto e arrivare in fondo, indenni. Ma sono convinta del fatto che il carattere ce lo si possa dare solo in parte, per il resto è un fortunato (o sfortunato) corredo col quale veniamo al mondo. Nelle vicende sentimentali, funziona come per il resto. Il modo che abbiamo di fronteggiare una tentazione o un amore ufficiale, o un rifiuto è condizionato anche dalle carte che il destino ci ha servito e di conseguenza dalla nostra storia.
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