"Okkupiamo ma dateci la merenda", sia lode a Maionchi e Gennarone: quindi, oggi..

Quindi, oggi...: le proteste nelle università americane, gli insulti alla Meloni e Tiziano Ferro

"Okkupiamo ma dateci la merenda", sia lode a Maionchi e Gennarone: quindi, oggi..

- Una delle portavoce degli studenti che nei giorni scorsi hanno occupato il campus della Columbia University di New York, poi sgomberato dalla polizia senza tanti complimenti, si è presentata di fronte ai giornalisti per spiegare che i rivoluzionari da operetta, pronti a schierarsi kefiah al collo al fianco dei palestinesi, erano decisi a okkupare il campus ma solo a pancia piena. Chiedendo cioè all’Università, la stessa di cui stavano illegalmente occupando gli spazi, di fornire acqua e cibo. In primis, Johannah ha chiesto che il Campus ottemperasse alla fornitura di viveri a chi paga la retta pasti inclusi. O in alternativa di far passare “aiuti umanitari di base” per tutti gli altri: “Si tratta di capire - ha detto - gli obblighi che la Columbia sente di avere verso i suoi studenti: volete che muoiano per disidratazione o per fame perché non sono d’accordo con voi?” Giustamente i giornalisti le hanno fatto notare l’irrazionalità del ragionamento. I giovani in kefiah si sono messi volontariamente dietro le barricate e se non hanno pensato preventivamente alle scorte di cibo, fatti loro. È come se dicessero “vogliamo essere rivoluzionari, ora però portateci da mangiare o almeno fate passare il rider di Uber Eats”. Intifada e burrata.

- Questa pretestuosa richiesta è il sintomo di una società, anzi di un pezzo di essa, che considera ogni proprio impulso un diritto acquisito. Giovani che giocano alla rivoluzione senza averne la stoffa, incapaci di difendere le proprie ragioni - giuste o sbagliate che siano - pagandone le conseguenze, o almeno saltando lo spuntino pomeridiano. Siamo di fronte a studenti convinti che la scontata reazione del presunto avversario - benché legittima - sia da considerarsi lesa maestà. Perché okkupo sì, ma mica salto la merenda.

- Emmanuel Macron torna a “non escludere” l’invio di truppe europee o Nato in Ucraina qualora fosse necessario a impedire che la Russia vinca la guerra. Il ragionamento del presidente francese è il seguente: abbiamo già speso miliardi di euro dei contribuenti Ue, ma le cose si stanno mettendo male; quindi, se la Russia sfonda il fronte e Kiev chiede aiuto, per non buttare al vento l’investimento dobbiamo rispondere presente. In sintesi ci sta chiedendo di entrare in guerra contro Mosca per risolvere il fallimentare approccio di questi mesi. Anche no, grazie.

- Quando valutate il livello della democrazia in Italia, non dovete inorridire di fronte ai fascistelli che sfilano a Predappio. È una sparuta minoranza di nostalgici. Dovete invece scandalizzarvi leggendo cosa è successo a Cremona dove Roberto Vannacci, generale candidato di un partito rappresentato in Parlamento, è stato costretto a cambiare la sala prenotata per la campagna elettorale. Nulla contro la responsabile dell’auditorium, spaventata dal fatto che fosse stata informata la Digos. Forse non è colpa della sua pavidità. Il problema semmai è proprio il fatto che quando Vannacci si muove costringe la polizia a mobilitarsi per impedire venga linciato dai violenti antifà. I quali, anziché proporre idee proprie, vivono per censurare e contestare quelle altrui.

- Capisco che in campagna elettorale ogni bonus è utile, come lo sono le buche da tappare per i sindaci alla ricerca di una nuova rielezione. Però, dico però, sono anni che i governi di questo e quel colore tirano la coperta corta dall’una o dall’altra parte. Cento euro in più per chi li riceve, soprattutto se guadagna solo 28mila euro l’anno, non sono bazzecole. Questo è chiaro. Ma non risolvono la situazione familiare e non servono al sistema Paese. Servirebbe una misura choc, per far ripartire i consumi: lasciare più soldi nelle tasche di chi li ha per far sì che li spenda senza indugio. Non serve ridistribuire la ricchezza, come sentito dire nel video del primo maggio (mi sia concesso: la frase puzza un tantino di socialismo), bensì liberare la ricchezza. Sembra la stessa cosa, e invece no.

- Sia lode a Mara Maionchi che risponde per le rime a chi l’accusa di aver fatto dimagrire Tiziano Ferro per motivi di spettacolo. Primo: vietato discriminare, ma essere obesi non è salutare e questo dovrebbero ricordarlo tutti quelli che “bisogna accettarsi per come si è”. Secondo, spiega Maionchi: “Lo spettacolo ha qualche esigenza, anche se non è d'obbligo. Ma aiuta essere più magri, è importante”. Chi nega o finge di non riconoscerlo, mente.

- Se Roberto Saviano rivendica il diritto di dare della “bastarda” alla premier e Luciano Canfora di definirla “neonazista nell’animo”, perché tal Gennarone da Foggia – sedicente artista – non dovrebbe sentirsi legittimato a riferirsi a Giorgia Meloni con l’epiteto di “bocc…ara”? Ci scusiamo con il lettore, e anche col premier, ma non ripetere quasi per intero la parola incriminata sarebbe stato ingiusto verso la verità. Sia chiaro: non sorprende l’insulto. E magari a Gennarone sarà scappata la frizione. Più della sboccata frase dal palco del Primo Maggio, infatti, a indignare è la pezza decisamente peggiore del buco. “Chiedo scusa se ho urtato la sensibilità di qualcuno” (qualcuno chi?), ma “le mie parole erano più che altro rivolte al fascismo. Erano una provocazione artistica”. Chiaro, no? Definisci “bocc…ara” una donna e la butti sulla “provocazione artistica”. Facile come bere un bicchiere d’acqua. Perché, voglio dire, mica quella parola voleva "essere offensiva nei confronti della presidente e delle donne in generale” (ah no?), solo che questo “è un periodo storico molto delicato e se non ne parliamo noi artisti chi lo dovrebbe fare?”. Se questi sono i risultati, caro Gennarone, ti diamo un suggerimento non richiesto: meglio tacere.

- Carlo Calenda farà campagna elettorale offrendo passaggi in "BlaBlaCarl": ti prenoti, lui ti porta a destinazione e intanto chiacchierate. L'idea è carina, anche se probabilmente inutile: per superare la soglia del 4% dovrebbe fare migliaia di viaggi e macinare decine di migliaia di chilometri. E soprattutto: se l'Audi non è elettrica, hai idea di quanto inquina?

- Solo per dirvi che in un centro di accoglienza,

gambiani e pakistani hanno litigato per la gestione della cucina e uno di questi bravi ragazzi ha ucciso un rivale a colpi di catena. Ah, come funziona bene la gestione dell’immigrazione.

- Versione breve, scusate. A domani.

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