Dalle divinità pacifiche ai tori scatenati: tutti i misteri dietro ai nomi delle auto

Dal segreto di Arkana passando per la dea Panda, il «cuore» greco della Yaris, i più celebri passi di montagna del Nord Italia e anche molti nomi di donna

Dalle divinità pacifiche ai tori scatenati: tutti i misteri dietro ai nomi delle auto
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C’è il design, ci sono l’arredo e il corredo di bordo, c’è la propulsione. E poi c’è il Mistero. Sì, il mistero che, talvolta, si cela dietro la genesi di un determinato nome di un’auto. L’auto che abbiamo scelto magari proprio per quel nome che ci intrigava o che ci faceva sorridere.
Partiamo proprio con il mistero.
Quale auto lo interpreta meglio della Arkana, il crossover ibrido di Renault che lascia ancora oggi molti interrogativi sulla sua etimologia?
Bene, in assenza di certezze, noi sceglieremmo la più logica: Arkana, dal latino “arcanum”, ovvero segreto. Arcano, appunto. Che nessuno lo faccia trapelare, dunque. Poi ci sono le certezze che vengono smentite. Fin troppo facile pensare che la Panda porti quel nome in omaggio al simpatico orsetto in via d’estinzione e al centro della mobilitazione ambientalista. Macché. In realtà il nome scelto da Fiat rimanda alla dea Panda, che, in epoca romana, era la protettrice delle strade e dei viaggiatori.
Dalla paciosità della Panda all’irruenza del Toro, simbolo di Lamborghini che lo ha legato alle sue auto: dai tori da combattimento Huracan e Gallardo e ancor prima, e chi se la scorda, alla mitica Miura, che il suo nome lo deve alla storica ganaderia,l’allevamento di tori più famoso al mondo, nato nel 1842 in Andalusia.
Siete stati sedotti dalla Yaris? Ci sarà un perché. E potrebbe anche essere quel suo nome che deriva dal vocabolo greco Charis, che esprime bellezza ed eleganza. Con un salto quantico, restando in casa Toyota, si può passare alla “tutta idrogeno” Mirai che in giapponese significa futuro. Poi c’è anche chi il nome lo sceglie puntando il dito sulla mappa del mondo e scovando un’isola nell’arcipelago delle Hawaii, vedi la Kona di Hyundai, per esempio. Seat ha sempre circoscritto i confini di scelta dentro i suoi territori d’origine: ecco dunque Arona, Ateca, Ibiza ma anche la Tarraco, che è la Tarragona di oggi, ma che, con il nome dell’antica colonia romana che accolse prima Cesare e poi l’imperatore Augusto, acquista decisamente valore aggiunto.
Venti di cambiamenti nel mondo dell’auto? Maserati ha giocato d’anticipo con le sue Grecale e Ghibli mentre Alfa Romeo ha preferito scalare le montagne con le sue Stelvio e Tonale e poi, quando tutti si aspettavano il nome di un altro celebre Passo per la nuova e tanto attesa vettura della casa di Arese ecco che è in dirittura d’arrivo l’Alfa Milano.
Ben fatto: un “passo” d’obbligo per rendere omaggio alla storia del Biscione. Naturalmente sono bizzeffe i nomi di donna scelti, anche se a volte con scarsa fantasia, per battezzare le auto, del resto come diceva Gabriele D’annunzio: “L’automobile è femmina”. Ma, nel caso della Clio, non fermiamoci alla prima e più facile interpretazione, quella appunto di nome proprio femminile punto e basta.

Ma lasciamo spazio ad altre due opzioni che ci piace considerare, quella di una sorta di translitterazione dal nome del celebre stabilimento Renault di Cleon, in Normandia oppure ancora quella che affonda le radici nella mitologia greca rimandandoci alla primogenita delle nove Muse, la divinità della danza e del canto figlia di Zeus e di Mnemosine. Perché, in fondo, la fantasia regala fascino. E accende non solo i motori.

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