Le più famose sono senza ombra di dubbio Miura e Countach, due fuoriserie da sballo entrate con la forza di una carica di tori nella testa di ogni appassionato di auto nel mondo. Non di meno, le varie Urraco, Jarama ed Espada sono riuscite a collocarsi nel grande libro dei diamanti del Made in Italy su quattro ruote. L'elenco è ovviamente incompleto, ma dietro a tutte queste Lamborghini che abbiamo brevemente citato si cela il nome di un ingegnere, nonché progettista, di chiara fama che è passato alla leggenda per le sue ardite e coraggiose soluzioni: Paolo Stanzani. Il bolognese è stato una delle figure chiave dell'ascesa dell'azienda fondata da Ferruccio Lamborghini nell'esclusivo club delle supercar. Gruppo dal quale non uscirà mai.
I primi passi in Lamborghini
Bologna è la citta che dà i natali a Paolo Stanzani nel 1936, ed è anche il luogo dove egli vive e studia. Nell'università più antica d'Europa Stanzani si laurea in ingegneria meccanica nel 1961, e un paio d'anni dopo approda nella fabbrica dei sogni di Sant'Agata. Qui viene assunto direttamente dal patron Ferruccio, che tesse per lui un ruolo di tecnico progettista da affiancare al responsabile dell'area sviluppo Giampaolo Dallara. Il primo compito che gli viene affidato basterebbe a rendere noto chiunque: affinare e rendere meno scorbutico l'eccentirico motore a 12 cilindri che Giotto Bizzarrini ha concepito per la neonata 350 GT, la prima fuoriserie prodotta dalla Lamborghini. Stanzani passa giorno e notte a ideare delle soluzioni che rendano più civilizzato quell'energico propulsore, cambia bielle, alberi a camme, sistema di lubrificazione e disposizione dei carburatori. Il passo seguente è quello di partecipare attivamente allo sviluppo della vettura. Il risultato finale lo lascia soddisfatto e anche i futuri clienti lo saranno.
Stanzani e i capolavori di Sant'Agata
La scalata la verso le stelle avviene subito dopo, quando Lamborghini dà avvio al progetto Miura, un'auto rivoluzionaria capace di spostare gli equilibri e la storia delle supersportive. Le forme sinuose e affascinanti di quella straordinaria creatura emiliana portano la prestigiosa firma di Marcello Gandini, mentre il progetto tecnico è a cura sia di Paolo Stanzani che di Giampaolo Dallara. Grazie a quella fortunata e indimenticabile parentesi, nasce un sodalizio con uno dei più brillanti e talentuosi designer del '900. Nel 1967 il bolognese Stanzani diventa il responsabile dell'area tecnica di Lamborghini, in sostituzione di Dallara, e assume addirittura il ruolo di direttore generale di tutta l'azienda fondata dal patron Ferruccio. Sotto la sua guida inizia un'epoca d'oro costellata di stelle luminose: Espada, Jarama e Urraco. Poi, arriva un'altra cometa che stravolge tutti gli schemi: la Countach. Eccentrica, possente e maestosa, come nessun'altra. Agli inizi degli anni '70 sembra una navicella aliena venuta dallo spazio rispetto a tutte le dirette contendenti dell'epoca. Quest'ultima divenne la principale scelta di chi ambiva ad avere una Lamborghini, che di solito era un cliente riuscito a crearsi una fortuna da solo e che per questo voleva differenziarsi da tutti gli altri, anche in fatto di gusti automobilstici.
La Countach è stata innovativa non solo nell'estetica, ma anche nella meccanica. Per migliorarne la ripartizione dei pesi e l’assetto, Stanzani sceglie lo schema con motore posteriore centrale collocato in posizione longitudinale, mentre il cambio viene rivolto verso l’avanti e i radiatori nella zona posteriore. Per sua ammissione, tuttavia, la più progressista è stata la Urraco: "Abbiamo introdotto numerose soluzioni che all’epoca nessuno aveva ancora adottato, tra le quali il telaio scatolato, il telaietto ancorato al telaio su cui erano fissati cambio e motore per rendere il tutto più facile da montare, le sospensioni McPherson anche al posteriore, il motore otto cilindri con le camere di scoppio ricavate nel pistone e l’assenza del piantone dello sterzo".
Gli ultimi anni
Nel 1974, in seno alla grande crisi petrolifera che travolge il mondo dell'automobile e in lotta con la sua personale visione della vita, Stanzani lascia definitivamente Lamborghini. Abbandonerà lo stesso mondo delle quattro ruote, tuffandosi in nuove avventure targate Eni, con la costruzione di dighe sul suolo italiano. Tornerà ad assaporare l'ebbrezza dei motori con l'avventura complicata e sfortunata della Bugatti EB110 prodotta a Campogalliano, in provincia di Modena.
Dopo un periodo di tre anni (1987-1990) nei quali Stanzani ricopre l'incarico di amministratore unico e direttore tecnico di Bugatti, abbandonerà il timone. L'ultima parentesi è in F1, in sella alla Scuderia Italia, e fino ai primi vagiti della Minardi. Muore nel 2017, a 80 anni, nella città dove tutto era cominciato, Bologna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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