Far evolvere un mercato tradizionalmente molto resistente alle novità, come quello dell’intermediazione immobiliare. E migliorare la gestione delle compravendite per sfruttare al massimo le potenzialità di un settore che, seppur alle prese con gli effetti negativi dell’aumento dei tassi di interesse dei mutui e dell’inflazione, in Italia vale circa 140 miliardi di euro all’anno, di cui solo il 40% viene gestito dalle agenzie immobiliari.
Se si dovessero riassumere in poche righe le ambizioni di Quimmo, proptech del Gruppo illimity specializzata nell’intermediazione digitale di immobili, si potrebbero rappresentare così. Ma, in realtà, la società leader nel mercato immobiliare giudiziario italiano, che fa capo al gruppo bancario ad alto tasso tecnologico fondato e guidato da Corrado Passera, punta molto più lontano.
La digitalizzazione delle vendite giudiziarie
Dopo aver rivoluzionato il settore delle vendite giudiziarie, dando vita alla prima società in Italia a gestire telematicamente le vendite in questo settore, inizialmente solo per beni strumentali e successivamente anche per quelli immobiliari, Renato Ciccarelli, oggi amministratore delegato, punta ad affermarsi quale player di riferimento anche sul mercato immobiliare libero.
In tale percorso, Quimmo potrà contare su una piattaforma di ultima generazione, creata per semplificare l’acquisto e la vendita degli immobili e coprire l’intera catena del valore, e su una rete di agenti distribuita in tutta Italia. L’obiettivo è, infatti, quello di arrivare al “mercato unico immobiliare”, ossia un unico punto di accesso a tutte le tipologie di vendita indipendentemente dal mercato di riferimento - dal giudiziario a quello libero – con una presenza sia digitale sia fisica molto forte.
“La nostra esperienza nel mondo giudiziario, che rappresenta ancora circa il 70% del nostro portafoglio in gestione, ci ha insegnato che la trasparenza e la semplificazione possono portare un enorme valore aggiunto a tutti i soggetti coinvolti”, spiega Ciccarelli. E, d’altra parte, che il settore avverta l’esigenza di un’evoluzione per troppo tempo rimandata, lo dimostrano anche le esperienze nate sotto la spinta delle nuove tecnologie, tese a ridurre drasticamente i costi dell’intermediazione o, addirittura, a eliminare questo passaggio.
Il fenomeno degli instant buyer
“Negli ultimi anni si sono susseguite paure e timori per il mondo dell’intermediazione: dallo strapotere dei portali di visibilità alla nascita di aziende che puntano alla disintermediazione fino agli instant buyer. Questo è certamente testimonianza della percezione di un basso valore aggiunto degli agenti sia da parte di chi vende, sia da parte di chi acquista”, prosegue Ciccarelli. “Per fare un esempio, sono nati, per i mercati come quello milanese, società di instant buying che garantiscono l’acquisto dell’immobile in 10 giorni. Se ci pensiamo bene, per un mercato molto liquido come quello meneghino, il servizio appare del tutto inutile mentre il sistema dell’asta, in presenza di molti compratori, potrebbe essere il metodo ideale per ottenere il giusto prezzo di mercato (fatto da domanda e offerta)”.
Non solo. Anche le agenzie immobiliari sembrano rimaste legate a un modello di business del secolo scorso, con l’unica novità rappresentata dal trasferimento online, peraltro su piattaforme terze (gli ormai famosi portali di visibilità), di un catalogo che prima si poteva consultare solo in forma cartacea. “L’impressione è che ci sia un po’ seduti sul fatto che bastano poche compravendite in un anno per continuare ad operare nel settore, per cui si è delegata ai portali la visibilità e l’onere di generare lead, privandosi di una fase importante della catena del valore”, prosegue Ciccarelli.
Questo, con il passare del tempo, ha prodotto una frammentazione e un allontanamento di venditori e acquirenti che, nel 60 % dei casi, non si affidano a intermediari professionali. “Quello che noi puntiamo a fare, invece, è semplificare tutto il percorso concentrando su un unico soggetto visibilità, intermediazione e presenza sul territorio, in modo da avere un dialogo costante con il venditore e il compratore e garantire loro un percorso più lineare, trasparente e con maggiore valore aggiunto”, aggiunge Ciccarelli.
Il mercato del lusso a Milano
Un’evoluzione dei servizi, quindi, anziché un taglio netto con il passato. “Ci sono diverse nuove esperienze che hanno avuto un approccio rivoluzionario al settore, ma, al di là dell’impatto mediatico immediato, hanno generalmente perso la loro spinta in poco tempo”, prosegue.
Ben venga, quindi, l’intelligenza artificiale e il suo contributo in termini di innovazione. “Tuttavia, noi crediamo nel fatto che nell’intermediazione si debba procedere valorizzando tutti quei servizi, anche accessori, che possono aumentare la soddisfazione del cliente, come la valutazione dei luoghi vicini a un immobile, la bontà della sua collocazione, il fatto che sia stato già messo in vendita precedentemente o meno. Perché a tutti piacerebbe digitalizzare e semplificare la fase del rogito, ma poi dobbiamo fare i conti con il fatto che siamo in Italia e che per questo ci vorrà ancora del tempo”, conclude Ciccarelli.
Sempre nella direzione di sviluppo immaginata da Quimmo si colloca anche la partnership stretta nel primo semestre dell’anno con Coima, piattaforma leader nell'investimento, sviluppo e gestione di patrimoni immobiliari per conto di investitori istituzionali, fondata e guidata da Manfredi Catella.
L’accordo, in virtù del quale Coima è entrata nell’azionariato di Quimmo con una partecipazione pari al 18% del capitale della società, ha portato al conferimento in Quimmo del 100% di Residenze Porta Nuova, punto di riferimento nell’intermediazione di proprietà di lusso a Milano che adesso ha preso il nome di Quimmo Prestige.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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