I 250 mila appassionati attesi al Golf Marco Simone per la Ryder Cup, la super sfida Europa-Stati Uniti che si disputerà da venerdì 29 settembre sul percorso alle porte di Roma, saranno concentrati sulle imprese di Francesco Molinari e degli altri campioni in campo per la 44 esima edizione del torneo. Ma la Ryder Cup, l’evento sportivo più atteso dell’anno, sarà teatro anche di un’altra grande sfida: quella che riguarda il rapporto tra gli italiani e la pasta, il piatto più iconico della nostra cucina.
A lanciarla è il pastificio Felicetti, che nel suo centro di ricerca nel cuore delle Dolomiti trentine ha sviluppato un nuovo tipo di pasta che richiede solo due minuti tra cottura e condimento per poter essere servita. La novità verrà presentata proprio in occasione della Ryder Cup, per testarne la resa e il gradimento da parte del grande pubblico.
La sfida della Ryder Cup
“In vista del torneo, al quale saremo presenti, ci siamo trovati di fronte al problema di far mangiare in tempi rapidissimi una moltitudine di persone che non vogliono perdersi nemmeno un colpo, senza rinunciare a proporre nella sua forma migliore uno dei prodotti più rappresentativi della nostra cucina nel mondo, cioè la pasta”, spiega l’amministratore delegato dell’azienda, Riccardo Felicetti. “Abbiamo quindi lavorato con uno chef, proprio come un’azienda che produce sci lavora con un proprio atleta per affrontare e risolvere i problemi di fruibilità che si vengono a creare, per sviluppare un processo che consentisse di proporre una pasta come siamo abituati a mangiarla in Italia, ma con tempi di preparazione molto più veloci: di fatto un minuto di cottura e un altro per il condimento”.
Quale sarà il risultato, lo diranno gli appassionati che proveranno la nuova pasta durante la Ryder Cup. L’azienda è convinta di riuscire a conquistare anche i più scettici.
Di certo c’è che gli ingredienti di base sono quelli usati da Felicetti per tutte le altre linee, apprezzate anche dai grandi chef: semola di qualità, acqua delle Dolomiti e aria di montagna. Quello che cambia è il processo di “cottura”: non più acqua salata che bolle, ma una reidratazione simile a quella che si usa con i classici ingredienti secchi, dai funghi ai legumi.
Temperatura, salatura e tempi di reidratazione
In questo caso, sono però fondamentali “temperatura, salatura e tempi di reidratazione”, sottolinea Felicetti. “Si tratta più che altro di riuscire a scardinare l’idea che la pasta si è sempre fatta in un certo modo, perché in ambito alimentare le innovazioni vengono quasi sempre accolte con qualche perplessità e pregiudizio”.
Se l’operazione riuscirà, l’obiettivo successivo sarà quello di espandersi alla ristorazione collettiva, a quella di viaggio e a molti altri ambiti.
D’altra parte, quella del pastificio Felicetti, fondato nel 1908, è una storia caratterizzata da scelte controcorrente. Dalla decisione di mantenere produzione e ricerca in Val di Fiemme, anche quando molti altri avrebbero scelto un luogo più facilmente accessibile, all’ambizione di scardinare l’idea che la pasta buona fosse solo quella prodotta nel Sud Italia.
Oggi Felicetti nei suoi due stabilimenti trentini, quello storico a Predazzo e quello inaugurato lo scorso anno a Castello Molina di Fiemme, produce 140 tonnellate di pasta al giorno, con gli impianti che operano ininterrottamente e i dipendenti che lavorano su
tre turni che coprono tutte le 24 ore della giornata. Presente in oltre 50 paesi nel mondo, con una quota di export del 60%, ha superato i 53 milioni di euro di fatturato lo scorso anno e punta ai 60 milioni per il 2024.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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