Il passaggio di PagoPa sotto il controllo del Poligrafico dello Stato, che sarà azionista di maggioranza, e di Poste Italiane in quota di minoranza «è previsto da una legge. Dal nostro punto vista possiamo garantire al mercato la massima riservatezza dei dati». Lo ha spiegato l’amministratore delegato di Poste Italiane, Matteo Del Fante, rispondendo nel corso di una audizione in Commissione Trasporti della Camera alle domande di alcuni deputati. «L’anno scorso abbiamo fatto un miliardo di transazioni su Spid - ha aggiunto il manager - toccando gli italiani 800 milioni di volte e nessuno ha mai lamentato problemi di riservatezza».
Del Fante ha poi portato l’esempio delle banche italiane «con cui lavoriamo da più di 20 anni - ha spiegato - Noi per legge non possiamo fare prestiti, ma proprio in virtù della capillare presenza che vantiamo sul territorio, dal 2002 distribuiamo prestiti di istituzioni finanziarie». Per meglio chiarire la questione, Del Fante si è quindi lanciato in un esempio: «Nel caso di un nostro cliente che entra nell’ufficio postale e vuole un prestito al consumo, noi analizziamo la pratica e la passiamo alla banca che gli dà i soldi. Così facendo, abbiamo chiuso più di 48 miliardi di operazioni e oltre 4 milioni di italiani hanno beneficiato di questa presenza territoriale. In quel caso - ha aggiunto - il problema di riservatezza lo dovremmo avere noi, perché passiamo un nostro cliente alle banche, ma non abbiamo mai avuto il benché minimo problema».
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