Tim: Barclays alza target price a 0,4 euro, vede buon rapporto rischio-rendimento

Buoni segnali dal segmento B2B e da consolidamento settore tlc. Il titolo festeggia a Piazza Affari con un balzo di oltre il 6%

Tim: Barclays alza target price a 0,4 euro, vede buon rapporto rischio-rendimento
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Chiusura di settimana in bellezza per Telecom Italia che ha archiviato la seduta di oggi a Piazza Affari con un balzo di oltre il 6% a 0,297 euro, sfiorando area 0,30 euro e mettendo nel mirino i massimi dell’anno toccati lo scorso 13 febbraio a quota 0,3173 euro. A sostenere il titolo della big italiana delle telecomunicazioni è stato Barclays che ha rivisto al rialzo il target price di Tim, portandolo a 0,40 euro da 0,37 euro e confermato il rating overweight. “Continuiamo a vedere un rischio-rendimento molto interessante e aumentiamo il nostro target price a 0,40 euro per azione“, si legge nel report odierno “Solid trends ahead and optionalities“. Nonostante infatti la debolezza del segmento degli utenti finali (B2C) e un contesto competitivo sfidante, la banca d’affari inglese vede una buona crescita del segmento B2B e interessanti prospettive dal processo di consolidamento del settore tlc in Italia.

Il segmento B2B sosterrà la crescita

Secondo Barclays, la competizione nel segmento B2C in Italia resta difficile, ma la forte crescita del B2B dovrebbe compensare questa debolezza: “La concorrenza rimane impegnativa nel segmento B2C nazionale, ma la forte crescita nel B2B dovrebbe più che compensare e consentire la crescita“. La banca inglese ha così rivisto al rialzo le stime di crescita per i ricavi B2B (+2% nel 2026 e +5% nel 2027), ribadendo: “con una serie di opzioni positive sul piatto (vittoria per il canone di concessione, earn-out e potenziale consolidamento) e un limitato rischio di ribasso (tra cui un free cash flow previsto positivo e in crescita dal 2025 in poi), continuiamo a vedere un rischio-rendimento molto interessante”.

Interessanti prospettive dal processo di consolidamento

Secondo Barclays, poi, le prospettive di consolidamento nel settore delle telecomunicazioni italiane potrebbero rappresentare un vantaggio per Telecom Italia. “Sebbene la recente acquisizione da Poste Italiane della quota Cdp possa potenzialmente rappresentare un ostacolo per Tim nel perseguire il consolidamento, ci sono molte altre possibilità con il Roce (Return On Capital Employed, ovvero il rendimento sul capitale investito, ndr) del settore delle telecomunicazioni italiano vicino allo zero”, sottolineano da Barclays, secondo cui il mercato delle tlc ha bisogno di consolidarsi e l’Antitrust sembra più costruttivo.

Lo scorso febbraio, Poste Italiane è entrata nel capitale di Tim, diventandone il secondo maggiore azionista con una partecipazione del 9,81% (dietro a Vivendi che rimane primo azionista con una quota di quasi il 24%). Su questo fronte, oggi si è espresso il sottosegretario all’Economia, Federico Freni: “Poste può essere un partner importantissimo in Tim, a cavallo tra industriale e finanziario”, ha detto a margine dell’evento per i 50 anni della Consob a Milano.

E interpellato in merito alla possibilità che Poste possa rilevare la quota di Vivendi in Tim, ha risposto: "Sono dinamiche assai complesse, l'auspicio è che Tim possa avere una strada tracciata, solida, come è giusto che sia per un operatore come Tim, chi poi sarà parte di questa strada stiamo a vedere". "Il dialogo con Vivendi mi sembra avviato su una certa linea da un pò di tempo – ha aggiunto - Vivendi non è mai stato un partner strategico-industriale in Tim".

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