Al Bambino Gesù mix d'avanguardia per le cure oculistiche

Terapie e nuove tecnologie contribuiscono a migliorare la qualità della vita dei piccoli pazienti

Laser a femtosecondi, placche radioemittenti e cross linking corneale offrono possibilità inimmaginabili fino a poco tempo fa. Stiamo parlando di trattamenti sicuri per la salute della vista dei più piccoli che hanno una precisione estrema e una percentuale di successi sempre più elevata e si eseguono al Bambino Gesù, l'ospedale pediatrico di Roma, centro di riferimento internazionale per la cura delle patologie che colpiscono gli occhi dei più piccoli.
La Giornata mondiale della vista, promossa dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e in programma il 13 ottobre, punta ancora una volta i riflettori su problemi che, se considerati globalmente - dai più lievi alle patologie congenite -, rappresentano un fenomeno estremamente diffuso. Solo nel nostro paese colpiscono un bambino in età prescolare su 20, per arrivare a ben 1 su 4 dai sei anni in su. Al Bambino Gesù vengono registrate circa 20mila visite l'anno di piccoli con patologie degli occhi di varia gravità, per alcune delle quali l'unica soluzione è il trapianto di cornea o il ricorso alla radioterapia.
Per la cura delle patologie della cornea gli esperti del Bambino Gesù sono stati tra i primi al mondo non solo ad utilizzare sui bambini il laser a femtosecondi, tecnologia di enorme valore in campo pediatrico per l'importante contributo nella riduzione del rischio di rigetto e per il miglioramento dei tempi di recupero che comporta, ma anche a sviluppare una nuova procedura operatoria che aumenta la precisione e la sicurezza della tecnica di trapianto lamellare.
Questo particolare tipo di laser si trova solo al Bambino Gesù e consente tra le altre cose di «cambiare» con estrema precisione solo una piccola porzione di cornea, corrispondente alla parte malata, senza essere costretti a sostituirla interamente. E se la chirurgia corneale di ultima generazione rappresenta una straordinaria opportunità di cura dei bambini, l'applicazione sui piccoli pazienti di nuovi trattamenti in genere riservati agli adulti può addirittura scongiurare il ricorso a interventi invasivi. È il caso del cross linking, una terapia per al cura del cheratocono a base di vitamina B2 e raggi ultravioletti i cui effetti combinati portano a un sensibile irrobustimento della cornea diminuendo o ritardando conseguentemente il ricorso al trapianto. Sul fronte della prevenzione attiva è stato già avviato dal Bambino Gesù uno screening nelle scuole elementari. Per la cura del retinoblastoma, uno dei tumori della retina più frequenti in età pediatrica (in Italia si registrano circa 50-60 nuovi casi l'anno), l'ultima frontiera terapeutica è invece rappresentata dalla brachiterapia, una tecnica eseguita in Italia solo al Bambino Gesù che consiste nell'applicare delle speciali placche alla base del tumore che, mentre colpiscono il tumore stesso, evitano il pericolo di radio-esposizione di tutto il corpo del piccolo paziente.


La possibilità di utilizzare con la massima efficacia terapie e tecnologie a disposizione è infine legata alla precocità della diagnosi - tramite visita oculistica alla nascita e entro il sesto mese di vita dei bambini - per individuare tempestivamente eventuali problemi e per intervenire nel modo più appropriato soprattutto durante l'infanzia quando il sistema visivo è maggiormente «plastico», dunque più sensibile e ricettivo alle cure.

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