Le bambole Rodarte hanno vestiti da Oscar

Adorano la signora in giallo e Charis Wilson: l'anziana protagonista di una serie televisiva nazional popolare e l'elegante musa di Edward Weston, uno dei più grandi fotografi del '900, autore dell'indimenticabile nudo di Tina Modotti (la sua prima moglie) sul terrazzo della loro casa in Messico. Kate e Laura Mulleavy che insieme firmano il marchio Rodarte (nome da nubile della loro madre) sono fatte così: un fascinoso mix di contraddizioni, creatività allo stato puro.
Nate a Pasadena rispettivamente 31 e 30 anni fa, le sorelle irresistibili della moda americana dopodomani presenteranno con una particolare performance fiorentina la collezione creata per Pitti W, rassegna delle pre collezioni femminili all'interno del mastodontico salone Pitti Immagine Uomo. Si sperano e prevedono effetti speciali da parte di queste due strane ragazze che nel 2005 hanno fatto a mano 30 bambole di carta con un intero guardaroba di modelli esclusivi custoditi dentro una specie d'armadio-giocattolo.
Il primo esemplare di questo straordinario oggetto venne spedito ad Anna Wintour, nel suo mitico ufficio al numero 4 di Times Square. Il secondo esemplare parti per la redazione di WWD, il più famoso quotidiano di moda del mondo, bibbia e notes per chiunque lavori in questo settore. La potentissima direttrice di Vogue America trovò l'idea semplicemente geniale tanto da convocare le sorelline Mulleavy a New York nel bel mezzo delle sfilate di primavera. Intanto WWD pubblicò in prima pagina l'intera storia e da quel momento in poi il nome Rodarte entrò nella leggenda. Le due fanciulle sono riuscite a vestire personaggi come Mechelle Obama, Cate Blanchett, Kyra Knightely, Kirsten Dunst, Reese Witherspoon e Chloe Sevigny, senza spendere un centesimo in pubbliche relazioni, anzi, chiamandosi volutamente fuori dal gran ballo delle griffe sui vari red carpet. Hanno anche creato otto fantastici costumi indossati da Natalie Portman nel film Il cigno nero con cui l'attrice ha vinto l'Oscar 2011 come miglior interprete e protagonista femminile.
Sembra che Laura e Kate ci siano rimaste malissimo perché sognavano di vincere a loro volta la statuetta come costumiste, ma non c'è stato verso di candidarle al prestigioso premio perché non fanno parte della Costume Designer Guild. Del resto le due sono letteralmente innamorate del cinema: si sono addirittura trasferite a Los Angeles per vivere e lavorare accanto alla fabbrica delle illusioni. Non a caso la loro ultima collezione presentata lo scorso febbraio a New York era ispirata al film I giorni del cielo girato da Terence Malick nel 1978 ed era a dir poco deliziosa. Ma come se questo non bastasse c'è veramente qualcosa di magico e favoloso nel loro modo di fare moda. Tanto per dare un'idea un paio d'anni fa M.A.C., marchio di make up controllato da Estèe Lauder, ha offerto alle fanciulle la fantasmagorica opportunità di produrre e distribuire una capsule collection con il loro marchio. Per i colori di ciprie, ombretti, rossetti e fondotinta le due fanciulle hanno scelto sfumature pallide ed elusive, degne di un fantasma. «Ci siamo ispirate alle donne di Juarez» hanno dichiarato candidamente senza pensare che nella polverosa cittadina americana son state uccise centinaia di poverette: una storia angosciosa degna di un film dell'orrore. M.A.

C non ha voluto rischiare la propria immagine devolvendo la cifra stanziata per il business alle famiglie delle vittime. Ma Laura e Kate non hanno fatto marcia indietro, come Baudelaire pensano che l'ispirazione equivalga a lavorare, una cosa in tutti i sensi sacra.

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