La banca toscana cede a Holmo il 14% della holding di controllo della compagnia assicurativa e resta nel capitale con il 13%. Operazione da 350 milioni Mps sfida Unipol e lascia il patto di Hopa L’istituto senese disdetta in anticipo l’accordo di consul

La banca toscana cede a Holmo il 14% della holding di controllo della compagnia assicurativa e resta nel capitale con il 13%. Operazione da 350 milioni Mps sfida Unipol e lascia il patto di Hopa L’istituto senese disdetta in anticipo l’accordo di consul

da Milano

Doppia mossa di Mps: il cda della banca senese ha disdettato ieri il patto di sindacato di Hopa e annunciato l’alleggerimento della quota in Finsoe, la controllante di Unipol. A suscitare qualche sorpresa è soprattutto la prima decisione. Il patto di sindacato di Hopa scadeva il prima settembre a l’eventuale disdetta doveva essere comunicata almeno 120 giorni prima. Di tempo, dunque ce n’era ancora. Ma a precipitare gli eventi è stato la trattativa per la fusione con Mittel, bloccata dal veto di Unipol che vincolava gli altri membri del patto di sindacato. Ed è questa la lettura che della decisione ha dato ieri lo stesso Giovanni Bazoli, numero uno di Mittel e di Intesa Sanpaolo: Il ritiro di Mps, ha detto, «credo sia legato ai fatti di ieri (l’altro ieri per chi legge; ndr) perché è nel patto di sindacato Hopa che, se non ho capito male, si sono verificati dei dissensi».
Il segnale in arrivo da Siena è dunque chiarissimo: a noi l’operazione interessa. Se non si farà ora, dopo le vacanze ognuno potrà votare per conto suo, contrari e favorevoli si conteranno. A tessere le fila dell’accordo con Mittel era stato del resto il presidente di Hopa Marco Morelli, espresso dal gruppo senese (che nella finanziaria bresciana ha il 9,6%). I destinatari del messaggio sono due: c’è Bazoli, a cui Giuseppe Mussari, presidente dell’istituto toscano, conferma implicitamente l’impegno per la fusione; ma soprattutto ci sono i cugini di Unipol, che per una manciata di milioni hanno secondo Mps (che si guarda bene dal dirlo esplicitamente) per il momento bloccato l’unica strada in grado di valorizzare un investimento che allo stato attuale non sembra offrire altre opportunità strategiche.
Se non di tensione, tra Mps e Unipol si può dunque parlare di profonda divergenza di vedute. E nel senso di una ridefinizione dei rapporti tra i due poli della finanza rossa va l’altra notizia della giornata, che segue il progressivo disamoramento successivo al terremoto Bnl. A definire il percorso era stata l’uscita dal cda Finsoe di Turiddo Campaini, il numero uno di Unicoop Firenze, il manager che più si era speso per fare da tramite tra i due gruppi. Il piano industriale di Mps aveva poi confermato la necessità di un riequilibrio degli impegni di capitale legati alle partecipazioni incrociate dei due colossi (il gruppo Unipol, inteso in senso lato ha l’1,9% di Montepaschi). Ora il riequilibrio è arrivato: Banca Mps ha ceduto a Holmo (la società che controlla Unipol tramite Finsoe) un pacchetto di azioni Finsoe pari al 14,8% del capitale, per un controvalore di 350,4 milioni di euro.

Dopo la cessione Mps avrà il 13% di Finsoe, mentre Holmo salirà al 71%. Non è una rottura: su queste nuove basi, più leggere, il rapporto potrà continuare. E già si parla di un rinnovo dell’accordo di consultazione in scadenza in aprile.

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