Giornata esaltante per il ministero dell’Economia: incassa 1,1 miliardi dalla vendita del 15% di Mps (scende all’11,7%) e vede nascere il primo germoglio dell’auspicato terzo polo. Tra gli investitori che hanno acquistato quote, a fare la parte del leone è stata Bpm, che si è portata a casa il 5% di Rocca Salimbeni di fatto aprendo il cantiere per la nascita del terzo polo bancario italiano; infatti anche Anima, sotto Opa del Banco, è cresciuta dall’1 al 4%: sicché ora il gruppo di Piazza Meda controlla il 9% di Rocca Salimbeni.
In serata, a mercati chiusi, il Mef ha dapprima comunicato la cessione attraverso procedura accelerata del 7% e, poi, a fronte di una richiesta doppia rispetto all’offerta iniziale ha messo sul piatto il 15% dell’istituto. Sono dunque passate di mano 188.975.176 milioni di azioni ordinarie dell’istituto guidato da Luigi Lovaglio per le quali è stato pagato un premio del 5% sul prezzo di chiusura per un esborso di 5,79 euro per azione: il totale incassato da Via XX Settembre è 1,1 miliardi. Dopo questa mossa il Tesoro dispone dell’11,7% circa del capitale Mps, una soglia che dovrebbe soddisfare l’Europa con la quale lo Stato italiano aveva preso l’impegno di abbandonare gradualmente il capitale dell’istituto entro la fine del 2024. Gli 1,1 miliardi incassati ieri si aggiungono ai 920 milioni di un anno fa e ai 650 del marzo di quest’anno per il Mef. In tutto, dopo l’investimento da 1,6 miliardi per l’aumento di capitale di due anni fa, il Tesoro è riuscito a recuperare circa 2,7 miliardi, il che significa un guadagno netto di 1,1 miliardi (considerando solo la cifra impegnata per l’aumento del capitale).
Soddisfazione da parte del ministro Giancarlo Giorgetti: «Abbiamo portato a termine un’azione importante come avevamo annunciato prevedendo la realizzazione di un’operazione di politica bancaria e finanziaria volta a rafforzare un player importante nel mercato del credito in modo serio e riservato». «Bene la decisione del Mef di mettere sul mercato un’altra quota di azioni del Monte Paschi di Siena», è stato invece il commento del vicepremier Antonio Tajani, «quella delle privatizzazioni è la giusta strada da seguire, da sempre indicata da Forza Italia».
Durante la giornata, che fin dal mattino lasciava presagire grandi novità, il mercato era tornato ad alimentare le speculazioni sul terzo polo bancario sulla scorta di importanti scambi proprio sul titolo Mps che avevano caratterizzato i giorni scorsi. Tanto che qualcuno immaginava potesse muoversi un grosso compratore estero. Alla fine è spuntato il Banco guidato dall’ad Giuseppe Castagna che, nel pomeriggio, ha convocato un cda straordinario per dare il via libera alla mossa che segue all’Opa lanciata su Anima. Ora, con questo 5%, Bpm blinda una quota strategica di Mps, dalla quale Anima ottiene un importante flusso di ricavi. Ma è evidente che si guarda oltre: le nozze paiono ora una strada obbligata. Del resto, un indizio importante di quello che poi è avvenuto è che l’advisor scelto dal Tesoro per il collocamento è Banca Akros, controllata dal gruppo Banco Bpm.
A tarda sera si è appreso che oltre a Bpm e Anima, anche il Gruppo Caltagirone ha acquisito una partecipazione dell’istituto pari a poco meno del 3,5%. Da segnalare che la società Gamma che riporta direttamente a Francesco Gaetano Caltagirone possiede a sua volta il 3,46% di Anima.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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