Barletta, polemiche sulle parole del sindaco La Cgil: inaccettabile, si giustifica il lavoro nero 

"Non mi sento di criminalizzare chi viola la legge assicurando però lavoro". La dichiarazione del sindaco di Barletta, Nicola Maffei del Pd, fa infuriare i sindacati, soprattutto la Cgil: "Affermazioni inaccettabili". La Uil: giustifica chi sfrutta i lavoratori. Maffei poi rettifica: "Non critico le lavoratrici e non giustifico il lavoro nero"

Barletta, polemiche sulle parole del sindaco 
La Cgil: inaccettabile, si giustifica il lavoro nero 

Le parole sono importanti, diceva Nanni Moretti in Palombella rossa. Ma il sindaco di Barletta, nei giorni del crollo della palazzina che ha causato cinque morti, non ha pesato le sue dichiarazioni, scatenando un mezzo putiferio.

"Non mi sento di criminalizzare chi, in un momento di crisi come questo viola la legge assicurando, però, lavoro, a patto che non si speculi sulla vita delle persone", aveva detto Nicola Maffei, quando ancora non era certo che il rapporto di lavoro delle operaie rimaste sotto le macerie dello stabile crollato fosse irregolare. Poi aveva continuato e minimizzato: "Qualora venga accertato che le operaie morte nel crollo della palazzina di via Roma lavoravano in nero o in condizioni di sicurezza precarie, questo significherebbe soltanto che si tratta di un fenomeno diffuso anche da noi, qui in città".

Per il sindaco, "non c’è un caso Barletta" e sarebbe un "paradosso" se i titolari della maglieria che si trovava nel palazzo crollato, "dopo avere perso una figlia e il lavoro, venissero anche denunciati".

Dichiarazioni che hanno scatenato polemiche, soprattutto da parte dei sindacati, in primis la Cgil, nei confronti del sindaco Pd."Certe affermazioni sono inaccettabili", ha affermato il segretario della Cgil Puglia Giovanni Forte, che poi ha aggiunto: "Continuo ad essere convinto che quelle lavoratrici avrebbero certamente fatto a meno di lavorare senza diritti, se avessero trovato l’opportunità di un lavoro migliore e tutelato. Il sindaco di Barletta dovrebbe intanto considerare l’esigenza che nel suo territorio si affermi la cultura della legalità e del rispetto delle regole".

Anche il segretario generale della Uil della Puglia, Aldo Pugliese ha criticato le parole del primo cittadino di Barletta: "Fa specie che colui il quale dovrebbe garantire non solo la sicurezza e la salute dei cittadini, ma anche la legalità, in qualche modo giustifichi chi sfrutta il lavoro retribuendolo con una miseria ed evadendo le tasse. La storiella del "tiriamo a campare" non regge, certe situazioni vanno condannate senza troppi giri inutili di parole".

Per Pugliese "purtroppo parliamo e piangiamo morti annunciate. Gli abitanti del luogo avevano denunciato da tempo le carenze strutturali dello stabile, eppure il Comune di Barletta e l’ufficio tecnico dello stesso hanno preferito comportarsi come le famose tre scimmiette: non hanno voluto vedere, sentire e parlare. Ma, cosa più importante, non hanno agito in tempo, rendendosi di fatto complici del dramma".

Il primo cittadino di Barletta ha cercato poi in qualche modo di rettificare e spiegare meglio il senso delle sue parole. "Giudicare, assolvere o condannare alcuno in questo momento costituisce, dal mio punto di vista, un errore, soprattutto perché ci sono gli organi competenti che stanno indagando su ogni singolo aspetto di quanto avvenuto nella giornata del 3 ottobre scorso. Con le parole pronunciate sull’argomento e oggi pubblicate sui maggiori giornali nazionali era mia volontà non biasimare in alcun modo quelle lavoratrici o lavoratori che, in un momento di oggettiva e riconosciuta crisi economica nazionale e internazionale, accettano condizioni di lavoro non tutelate o mancanti di qualsiasi diritto pur di poter offrire alle proprie famiglie il giusto sostentamento.

Affermare questo è evidentemente ben diverso dal giustificare il fenomeno del lavoro nero per il quale auspico che le autorità preposte facciano accertamenti dai quali scaturiscano, quando necessario, i provvedimenti sanzionatori per le inadempienze".

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