
Nei piani del governo, potrebbe venire chiamato il «Migrante Uno»: il primo di una lunga serie di immigrati irregolari trasportati in Albania e da lì rispediti verso il loro paese d'origine. L'uomo è un bengalese di 42 anni che in Italia era trattenuto in un Cpr, e da lì era stato nei giorni scorsi trasferito a Gjader, una delle due strutture realizzate in Albania in base all'accordo tra i governi di Roma e Tirana. Da lì ieri è stato imbarcato su un volo che lo ha riportato a Roma e da lì direttamente in patria. Un risultato-simbolo per il ministro degli Interni Matteo Piantedosi, che nelle settimane scorse ha molto premuto per trasformare in Cpr le strutture albanesi, e aggirare in questo modo gli ostacoli sollevati dalla magistratura al loro utilizzo.
«Primo rimpatrio dall'Albania di un cittadino straniero trattenuto nel Centro per il Rimpatrio di Gjader», scrive su X il ministro Piantedosi. E fa sapere che è al «Migrante Uno» ne seguiranno presto altri: «Le operazioni di rimpatrio dei migranti irregolari proseguiranno anche nei prossimi giorni come previsto dalla strategia di governo per una più efficace azione di contrasto all'immigrazione illegale».
L'uomo restituito al Bangladesh era in Italia dal 2009, e qui aveva accumulato un curriculum che il mese scorso aveva portato il prefetto di Palermo a spiccare un decreto di espulsione per «pericolosità sociale»: dopo essere finito agli arresti domiciliari con l'accusa di maltrattamenti in famiglia, era evaso nonostante il braccialetto elettronico, ed era stato denunciato anche per lesioni personali aggravate e per danneggiamento. Dal Cpr di Pian del Lago, in provincia di Caltanissetta, dove era stato richiuso dopo il decreto di espulsione era stato portato a Gjader insieme ad una quarantina di altri clandestini a bordo della nave Lybra venerdì 11 aprile, sulla base del decreto con cui il 28 marzo il consiglio dei ministri ha trasformato le due strutture albanesi in Cpr, ovvero in centri di permanenza per il rimpatrio, equiparandoli ai centri dove in Italia vengono reclusi gli immigrati colpiti da provvedimento di espulsione: ma dai quali vengono spesso rilasciati per scadenza dei termini, a causa della difficoltà di eseguire materialmente il rimpatrio. Dai due Cpr albanesi in prospettiva l'espulsione dovrebbe risultare più agevole, grazie anche agli accordi diretti tra il governo locale e i paesi di provenienza.
Per ora le normative prevedono un passaggio tecnico in Italia, che ha costretto il Viminale a portare l'uomo a Fiumicino e da lì imbarcarlo per Dacca.
Ad agevolare la partenza dell'uomo è stata anche la decisione di appena cinque giorni fa della Commissione Europea di inserire il Bangladesh nella lista dei «paesi sicuri» i cui cittadini possono essere riportati in patria senza rischi per la loro incolumità, come aveva già fatto l'Italia stilando l'elenco contestato dai giudici del tribunale di Roma. Anche per Bruxelles, il Bangladesh sta «attraversando una transizione politica che lo allontana da un sistema repressivo caratterizzato da frequenti violazioni dei diritti umani».
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