I diari di Mussolini sono veri o falsi? Forse lo sapremo solo tra diverse settimane o forse mai se, come è possibile, Maurizio Bianchi - che li ha ereditati dal padre, il partigiano Renzo - deciderà di non venderli più. Gli storici sono divisi, ma tendenzialmente sempre più scettici. Anche i grafologi dissentono tra loro, ma coloro che ritengono autentiche quelle cinque agende sono in maggioranza. Il risultato, parziale, è di due a uno. Finora si conosceva solo lopinione di Roberto Travaglini, presidente dellAssociazione grafologi professionisti, che nella perizia effettuata sui diari dapprima si è mostrato possibilista, salvo poi, in unintervista allEspresso, propendere per il no.
Il Giornale, però, è a conoscenza di altre due certificazioni calligrafiche. La prima risale al 10 marzo 1995 ed è stata effettuata a Londra dallesperto britannico Nicholas Barker, che dodici anni fa non ebbe dubbi: a scrivere quelle pagine fu proprio il Duce. Il Corriere del Ticino rivela oggi lesito della perizia compiuta da una criminologa ticinese lanno scorso, che, paragonando i diari con un documento autografo di Mussolini, ha concluso che al 90 per cento sono stati scritti dalla stessa persona.
Insomma le carte sarebbero tendenzialmente vere; certezze, però, nessuna. Anche perchè i contorni di questa vicenda diventano sempre più strani. Secondo voci luganesi, Bianchi non sarebbe lunico a vantare diritti su quelle agende: anche un partigiano, amico del padre, avrebbe voce in capitolo. Qualcuno che sa dove sono finiti i documenti sottratti al Duce a Dongo. Ormai anziano, abiterebbe nel Comasco. Forse è il comproprietario di quei diari. Il suo nome, però, è un mistero. Non lo conoscono nemmeno i mediatori incaricati da Maurizio Bianchi di trattare la vendita dei diari. E che mediatori: un meccanico nautico, un cuoco, un ristoratore, un gestore di bus. Il racconto del loro mondo è degno del miglior Monicelli, quello de I soliti ignoti o di Amici miei.
Eppure proprio loro - forti della veridicità dei diari del Duce - sono riusciti, anche tramite un avvocato, ad avvicinare imprenditori come Pacolli della Mabetex, grandi case editrici europee, impresari della televisione come Lele Mora, oltre, comè noto, a Marcello DellUtri, che peraltro non è lunico interessato allacquisto. Fino a qualche mese fa sarebbero stati in corsa anche un imprenditore tedesco e un industriale veneto.
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