Ictus, l'esposizione agli estrogeni ne riduce il rischio

Dopo il cancro l'ictus è la seconda causa di morte in tutto il mondo. La scienza fa passi avanti ed ora individua la connessione esistente tra questa condizione e l'esposizione cumulativa agli estrogeni

Ictus, l'esposizione agli estrogeni ne riduce il rischio

Noto anche come colpo apoplettico, l'ictus è una grave condizione che si verifica nel momento in cui i rifornimenti di sangue al cervello si riducono o si interrompono completamente. Ne consegue la morte del tessuto cerebrale per carenza di nutrimenti e di ossigeno. I soggetti a maggior rischio sono gli anziani di sesso maschile. Non a caso, dati alla mano, il 75% delle diagnosi interessa individui con un'età superiore ai 65 anni. Tuttavia è opportuno ricordare che in alcuni casi anche i giovani sono colpiti.

Esistono due tipologie: l'ictus ischemico e quello emorragico. Il primo è il più frequente ed è la conseguenza del restringimento o della totale occlusione di un vaso arterioso cerebrale. Il secondo, invece, è l'esito della rottura di un'arteria cerebrale e può sicuramente essere considerato più pericoloso rispetto al colpo ischemico poiché la perdita di sangue, facendo pressione sul tessuto cerebrale, provoca danni spesso irreversibili.

Le cause e i fattori di rischio dell'ictus

Come già detto, l'ictus ischemico è provocato dall'occlusione o dal restringimento di un vaso arterioso cerebrale o di un'arteria che lo precede da parte di un trombo (colpo apoplettico trombotico) oppure di un embolo (colpo apoplettico embolico). Tale condizione è favorita da fattori di rischio non modificabili:

  • Età avanzata
  • Sesso maschile
  • Familiarità con TIA (attacco ischemico transitorio) e con patologie cardiache
  • Appartenenza alla popolazione africana, asiatica e caraibica.

E modificabili:

  • Aterosclerosi
  • Ipertensione cronica
  • Diabete
  • Ipercolesterolemia
  • Fumo di sigaretta
  • Alcol
  • Uso di droghe
  • Sovrappeso
  • Obesità.

Recentemente gli scienziati del Xiangya Hospital Central South University, con uno studio pubblicato su Hypertension, hanno scoperto che il pisolino pomeridiano è associato a maggiori probabilità di soffrire di ictus e di ipertensione. Tuttavia gli esperti hanno precisato che non è stata ancora individuata la relazione di causa-effetto.

I sintomi dell'ictus

La sintomatologia dell'ictus ischemico compare all'improvviso. Chi ne è colpito lamenta immediatamente una strana perdita di forza o di sensibilità di un arto. A ciò si associa il formicolio al viso, la difficoltà nell'articolare in maniera corretta le parole (disartria) o di comprenderne il significato (afasia). Non è raro che la bocca assumi una posizione storta. Altre manifestazioni includono:

  • Diplopia (visione doppia)
  • Atassia (mancanza di coordinazione)
  • Mal di testa
  • Confusione mentale
  • Nausea
  • Vomito.

Secondo le linee guida stilate dal Ministero della Salute l'ictus è un disturbo "tempo-dipendente" pertanto, in caso di sintomi sospetti, è fondamentale chiamare subito il 118 o il 112 per il trasporto repentino del paziente al Pronto Soccorso oppure in un ospedale provvisto di una Stroke Unit.

La connessione fra ictus ed estrogeni

Secondo gli scienziati della Zhejiang University School of Medicine di Hangzhou (Cina) livelli più elevati di estrogeni dovuti ad una serie di fattori (maggiore durata della vita riproduttiva e uso della terapia ormonale o della pillola contraccettiva) sono legati a un minor rischio di ictus ischemico. Lo studio, guidato dal dottor Peige Song, è stato pubblicato sulla rivista Neurology. Per lo stesso sono state coinvolte 122.939 donne cinesi in post menopausa con un'età media di 58 anni. All'inizio dell'indagine nessuna aveva mai avuto una diagnosi di colpo apoplettico.

Le partecipanti hanno risposto a domande personali su età, sesso, occupazione, storia medica, esercizio fisico, fumo di sigaretta e uso di alcol. Altri quesiti riguardavano informazioni sulla salute riproduttiva, dunque età delle prime mestruazioni, inizio della menopausa, numero di gravidanze, eventuali aborti spontanei e assunzione di contraccettivi orali. Il team, esaminando un registro delle malattie, ha appurato che in un periodo medio di follow-up di nove anni, 15.139 donne hanno avuto un ictus. A 12.853 di queste è stato diagnosticato un colpo apoplettico ischemico. A 2.580 un'emorragia intracerebrale e 269 un'emorragia subaracnoidea.

I risultati dello studio

Le partecipanti sono state divise in quattro gruppi in base alla durata della vita riproduttiva (dalla prima mestruazione fino alla menopausa). La vita riproduttiva più breve era pari a 31 anni. Quella più lunga, invece, contava 36 anni o più. In percentuale le donne appartenenti al gruppo vita riproduttiva più lunga hanno avuto leggermente più ictus (13,2% rispetto a 12,6%). Tuttavia quando i ricercatori hanno valutato altri fattori di rischio (età, ipertensione, fumo di sigaretta, sedentarietà), hanno scoperto che chi faceva parte del gruppo con una durata maggiore della vita riproduttiva aveva una probabilità del 5% inferiore di sviluppare il colpo apoplettico.

Secondo gli scienziati questi risultati potrebbero essere fondamentali per la prevenzione dell'ictus.

Ad esempio si potrebbero prendere in considerazione screening per le persone che hanno avuto una breve esposizione agli estrogeni. Ora è necessario condurre ulteriori ricerche sui fattori biologici, comportamentali e sociali che possono contribuire al legame tra esposizione estrogenica e possibilità di soffrire di ictus.

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