Roma - «Con questa sinistra che ha occupato tutte le cariche istituzionali non riteniamo si possano fare delle riforme». Silvio Berlusconi risponde con un sostanziale «no» all’invito al centrodestra avanzato da Walter Veltroni per aprire una stagione di dialogo sulle riforme. Perché, dice il leader di Forza Italia ai cronisti che lo intercettano all’ingresso di Palazzo Grazioli, «è solo un escamotage per tenere in vita questo governo in agonia». Insomma, nessuna preclusione alla riduzione del numero dei parlamentari (che «riteniamo sarebbe opportuno») nonostante il voto contrario di venerdì in commissione Affari costituzionali di Montecitorio.
Il punto, infatti, secondo il Cavaliere non è tanto il merito quanto l’opportunità di aprire un confronto. Che, ripete più volte a chi lo sente al telefono, «non a caso rilanciano proprio ora che sono con l’acqua alla gola, schiacciati tra la Finanziaria e le primarie del Pd» in programma il 14 ottobre. Peccato, aggiunge, che nell’Udc e nella Lega c’è «chi fa finta di non capire» e dà carburante al governo. Così, ci sta che dalla maggioranza si aggiungano all’apertura del segretario in pectore del Pd quelle del ministro dell’Interno Giuliano Amato e del suo collega degli Esteri Massimo D’Alema. Il primo a chiedersi se «noi del centrosinistra siamo capaci di parlare con Berlusconi mettendo da parte il fatto che possiede tre televisioni e discutendo con lui di riforme perché è il leader del centrodestra», il secondo a invitare il Cavaliere a dire «un “sì”» e «scegliere qualcosa che abbia un senso e che non sia confuso ».
Dal Cavaliere, però, la risposta che arriva è un «no» deciso. Soprattutto sul fronte della riforma elettorale alla tedesca perché, dice, la precarietà dell’attuale maggioranza non consente di discutere un nuovo sistemadi voto. Berlusconi, dunque, torna a ripetere quello che più volte è andato dicendo nelle ultime settimane - pure davanti a Umberto Bossi alla seduta del Parlamento del Nord di Vicenza - e cioè che «si può benissimo votare con l’attuale legge». Perché, spiega, «sono convinto che la situazione parlamentare non consente di aprire una discussione sulla riforma del sistema elettorale». Nonostante un certo fastidio per le accelerazioni di Lega e Udc in commissione Affari costituzionali, preferisce però guardarsi dalle polemiche.
E ai cronisti che gli chiedono conto dell’ipotesi secondo cui Carroccio e centristi sarebbero interessati a una riforma in senso tedesco, Berlusconi risponde con un certa cautela. Soprattutto per quel che riguarda la Lega, visto che «Maroni aveva detto due giorni fa che non si potevano fare accordi con questa sinistra». «Credo - aggiunge - che da persona seria qual è, non possa cambiare opinione». Più vago, invece, sull’Udc, perché Pier Ferdinando Casini «non l’ho sentito». «Ma credo che la caduta di questa maggioranza ci porterà a votare con l’attuale legge Calderoli».
E «tutti i sondaggi » dicono che «se andassimo alle urne» con questo sistema«avremmoalcune decine di senatori in più al Senato e molte decine di deputati alla Camera». Anzi, a Montecitorio il vantaggio sarebbe tale da «non far scattare il premio di maggioranza».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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