Bocciato in prima elementare perché immaturo e per non aver raggiunto «gli obiettivi minimi formativi». Che a quell'età significa, tra le altre cose: saper leggere, riconoscere i numeri, pronunciare correttamente le parole. Tutte cose che Matteo (nome di fantasia), a giudizio delle sue maestre, alla fine dell'anno non aveva ancora assimilato, tanto da meritare la bocciatura e l'obbligo di ripetere la prima classe tra pochi mesi. Forse a Genova non era mai successo.
«Ma non è stato un fulmine a ciel sereno», assicura, quasi a giustificarsi, Angelo Capizzi, il preside della scuola elementare Antonio Cantore in via Reti (Sampierdarena), frequentata dal bambino genovese che alla fine ha meno «colpe» di tutti.
Intanto perché è stato iscritto alla prima elementare con un anno di anticipo rispetto ai suoi compagni, per precisa volontà dei genitori. «La mamma infatti voleva che suo figlio frequentasse la stessa classe del cugino», rivela il preside. Matteo inoltre soffre di dislessia per cui non riesce né a leggere, né a capire un testo scritto e incontra grandi difficoltà anche nell'articolare ogni singola parola.
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