
“Quella donna”. Così la royal family si riferiva a Wallis Simpson (1896-1986). Per lei Edoardo VIII (1894-1972) rinunciò al trono, nel 1936. Né Buckingham Palace, né il popolo inglese accettarono mai la moglie dell’ex sovrano. Americana, divorziata, borghese, Wallis non era la sposa ideale per un Re, almeno secondo i canoni e le regole reali dell’epoca. A pesare sul giudizio della famiglia reale fu anche il presunto passato tumultuoso della Simpson, tra fotografie piccanti e file di amanti. In particolare i pettegolezzi convergevano sull’anno che la duchessa di Windsor trascorse in Cina, durante il quale avrebbe addirittura appreso le tecniche dell’arte amatoria. Un nuovo libro, però, rimette in discussione tutte queste indiscrezioni, forse frutto di un’abile manipolazione, riscrivendo gli anni giovanili di una delle donne più odiate del Regno Unito.
“Chinese Dossier”
Il passato di Wallis Simpson sarebbe stato tutt’altro che immacolato. Questo sosteneva il “Chinese Dossier” (alcune fonti lo chiamano anche “China Dossier”), un documento che nessuno avrebbe mai visto, di cui non si conosce esattamente l’origine, né che fine abbia fatto, tanto che molti dubitano perfino della sua esistenza. Sarebbe stato redatto, ci ricorda il Daily Mail, per essere sottoposto all’attenzione del Re Giorgio V (padre di Edoardo VIII e nonno della regina Elisabetta) e del primo ministro britannico Stanley Baldwin.
In questo dossier la duchessa di Windsor sarebbe stata dipinta come una donna perversa, che avrebbe sperimentato le peggiori bassezze morali durante il periodo trascorso tra Hong Kong, Pechino e Shanghai con il primo marito, l’ufficiale d’aviazione Earl Winfield Spencer Jr., tra il 1924 e il 1925. In particolare il documento sosteneva che la donna avesse sviluppato una dipendenza dall’oppio, posato nuda per fotografie che sfioravano la pornografia e fosse un’abituale frequentatrice di case di tolleranza, dove avrebbe appreso delle scandalose tecniche amatorie poi usate per irretire Edoardo VIII.
Non è finita qui: nel dossier sarebbero stati elencati i nomi di tutti gli amanti della Simpson. Tra questi figurerebbe perfino Joachim von Ribbentrop, ambasciatore tedesco a Londra (condannato a morte per crimini di guerra al processo di Norimberga) e Gian Galeazzo Ciano, il genero di Mussolini, che la futura duchessa avrebbe incontrato per la prima volta proprio in Cina.
Nei mesi immediatamente precedenti all’abdicazione, poi, l’influenza nefasta che Wallis Simpson avrebbe avuto su Edoardo VIII sarebbe diventata perfino oggetto di una discussione di governo. I ministri credettero, a quanto pare, di aver trovato nel suo presunto passato tempestoso l’appiglio che cercavano per distruggere la sua reputazione e convincere il Re a lasciarla andare, a scegliere il trono.
Le cose andarono in modo diverso. Wallis ed Edoardo si sposarono in Francia il 3 giugno 1937. La questione, però, non è affatto chiusa. Secondo nuove rivelazioni, infatti, Il “Chinese Dossier” non sarebbe altro che un castello di bugie costruito ad arte da qualcuno che voleva fare di Wallis Simpson l’unico bersaglio dell’odio di un intero regno.
Una femme fatale?
Attraverso un’indagine meticolosa il biografo ed esperto di Storia della Cina Paul French ha ricostruito l’anno trascorso in Oriente da Wallis Simpson, recandosi nei luoghi in cui quest’ultima visse. Le sue conclusioni, che potrebbero riscrivere una parte importante della vita della duchessa, sono contenute nel nuovo libro “Her Lotus Year. China, The Roaring Twenties and The Making of Wallis Simpson” (12 novembre 2024).
Il titolo riprende un’espressione che la moglie dell’ex Re d’Inghilterra avrebbe usato abitualmente per descrivere il periodo trascorso in Cina, “l’anno del loto”, appunto. Nell’opera French ha analizzato tutti i pettegolezzi riportati nel “Chinese Dossier”, smontandoli uno per volta.
A partire dalla presunta relazione con Ciano, che sarebbe stata impossibile per un semplice motivo cronologico: il genero di Mussolini si recò a Shanghai, come console generale, solo nel 1930. A quell’epoca Wallis era sposata da due anni con il secondo marito, Ernest Aldrich Simpson (aveva divorziato da Spencer nel 1927) e non viveva più in Cina da circa cinque anni. La futura duchessa e il conte Ciano, dunque, non si sarebbero mai incontrati.
Stando alle fonti americane e inglesi, citate dal Guardian e dal Daily Mail, la Simpson avrebbe anche avuto una storia d’amore segreta con von Ribbentrop quando questi era ambasciatore nel Regno Unito, ovvero tra il 1936 e il 1938. Sembra che l’uomo avesse l’abitudine di inviarle in omaggio 17 garofani ogni giorno. Il Mail dà una versione leggermente diversa: l’ambasciatore avrebbe regalato alla Simpson 17 garofani simbolo delle volte che “avevano dormito insieme”.
Paul French, però, sostiene che non vi sarebbe mai stata alcuna liaison tra i due e che l’intera vicenda sarebbe stata inventata. Non è escluso che siano state sfruttate le simpatie naziste della Simpson. Va anche detto che in quegli anni la futura duchessa di Windsor era già l’amante di Edoardo VIII, allora ancora principe di Galles. Lo aveva incontrato per la prima volta nel 1931, ma la relazione era iniziata nel 1934. Una love story parallela con Ribbentrop sarebbe stata pericolosa, l’intelligence e i media avrebbero potuto scoprirla. A quel punto non ci sarebbe voluto molto prima che arrivasse sotto gli occhi del principe e sulle pagine dei giornali di tutto il mondo.
Inoltre la fonte dell’intera vicenda risulterebbe poco convincente, addirittura “ridicola”, ha dichiarato il Daily Mail. A quanto pare l’FBI avrebbe interrogato un monaco benedettino, padre Odo, che viveva in un monastero francescano negli Stati Uniti. Solo che prima di prendere i voti l’uomo sarebbe stato il duca di Wurttemberg, un reale tedesco che avrebbe avuto qualche “legame” non meglio precisato con la regina Mary, moglie di Giorgio V. Il monaco avrebbe voluto tenere nascoste le sue origini tedesche. Forse temeva che potessero metterlo in pericolo (oppure qualcuno potrebbe averglielo fatto credere, ma non ci sono prove in merito), così, ha detto ancora il Mail, “Odo disse agli agenti ciò che volevano sentire, che Ribbentrop era stato l’amante della duchessa”.
Una domanda è d’obbligo a questo punto: cosa poteva sapere un monaco che viveva negli Stati Uniti della presunta relazione tra la Simpson e Ribbentrop a Londra? Non vi erano connessioni apparenti tra padre Odo e la futura duchessa. Il Daily Mail ha giustamente scritto: “Bloccato in un monastero a 5mila miglia di distanza, come poteva esserne a conoscenza?”. Viene anche da chiedere se qualcuno si sia mai posto queste domande.
Secondo il “Chinese Dossier” Wallis Simpson sarebbe stata anche l’amante di un ingegnere e venditore di auto usate per la Ford Motor Company, il 36enne Guy Trundle, che viveva al 19 di Bruton Street, a Mayfair. Questi avrebbe dichiarato che la relazione sarebbe andata avanti anche nel periodo in cui Edoardo VIII stava per chiedere alla Simpson di sposarlo. Secondo Paul French, però, l’uomo avrebbe inventato tutto. Le sue non sarebbero state altro che fantasie raccontate, come ha riportato il Daily Mail, in cambio di alcol.
In effetti per quel che concerne il presunto legame con Trundle vale lo stesso discorso, già accennato, relativo alla mai dimostrata liaison con Ribbentrop. Un motivo evidente e ben riassunto dal Daily Mail: “Gli storici che conoscono la storia di Wallis Simpson concordano sul fatto che, una volta iniziata la storia con Edoardo, lei fosse troppo determinata a conquistare il suo Re e a fare di Buckingham Palace la sua casa per avere qualcosa a che fare con un semplice venditore di auto”.
L’aborto, il gioco d’azzardo e le foto osé
Wallis Simpson non ebbe figli. Secondo il “Chinese Dossier” era sterile e tale condizione sarebbe stata causata da un aborto che la duchessa avrebbe avuto durante l’anno trascorso in Oriente. Paul French, come ha riportato The Times, ha confutato questa versione dei fatti, asserendo che non vi sarebbe neppure un indizio in merito. Stesso discorso per la presunta dipendenza della Simpson dal gioco d’azzardo, dall’oppio e per le indiscrezioni secondo cui avrebbe addirittura lavorato per dei gangster.
Non sarebbe vera neppure la storia secondo cui Wallis avrebbe posato nuda per l'uomo d'affari Victor Sassoon, poiché nel 1924 questi non viveva in Cina, bensì in India. Inoltre, ha sottolineato Paul French, citato dal People, “nessuno ha mai mostrato le immagini”. È molto strano che non esista nulla a sostegno del “Chinese Dossier”, neppure degli indizi. Questo vuoto sarebbe il frutto di una strategia ben congegnata.
“Vittima di una campagna diffamatoria”
Paul French è certo che Wallis Simpson sia stata vittima di una “campagna diffamatoria”, che tutte le voci sul suo passato non sarebbero altro che calunnie costruite per danneggiare la sua reputazione. La ragione sarebbe semplice: la duchessa sarebbe stata punita per essere riuscita a distogliere Edoardo VIII dal suo dovere di Re, per averlo allontanato dal suo popolo. La Corona, il governo, buona parte degli inglesi non le avrebbero perdonato di non essersi fatta da parte, visto che non era considerata la sposa adeguata per il sovrano d’Inghilterra.
Il “Chinese Dossier” sarebbe stato redatto dall’intelligence britannica presente in Cina all’epoca per fare della Simpson un capro espiatorio, ma non è chiaro se e quanto la royal family fosse al corrente di queste presunte insinuazioni. French, come riportato dal People, ha formulato un’ipotesi sulla persona che potrebbe aver orchestrato gli attacchi, sebbene anche stavolta non vi siano prove: “C’era un uomo a capo dell’intelligence britannica nell’Estremo Oriente, con base a Shanghai e quell’uomo si chiamava Harry Steptoe. Era incredibilmente potente e una delle persone che sarebbero state a conoscenza di tutte queste storie dalla Cina”.
Non a caso, ha riportato The Times, “il gossip sul periodo trascorso in Cina si moltiplicò” proprio quando Edoardo e Wallis iniziarono a frequentarsi. “Volevano far naufragare questa relazione in qualche modo”, ha dichiarato French, citato ancora dal People. “Le istituzioni volevano a tutti costi impedire la relazione tra l’erede al trono e un’americana divorziata…”. Forse oggi può sembrare anacronistico, esagerato, ma non dobbiamo commettere l’errore di considerare la mentalità dell’epoca attraverso “la lente”, chiamiamola così, della nostra prospettiva moderna.
Il People ha scritto: “La campagna per umiliare [la Simpson] fu feroce e seguiva uno schema: su ogni accusa veniva sparsa un po’ di verità e poi veniva trasformata, sommariamente, in una falsità su Wallis”. In realtà la Simpson non avrebbe portato via Edoardo ai suoi sudditi. Dapprima la coppia avrebbe sperato di essere accettata e Wallis avrebbe creduto fino all’ultimo di poter diventare Regina consorte. Quando entrambi capirono di essere soli contro un’intera società il sovrano dovette scegliere. Questa scelta, però, fu imposta dalle regole del tempo, non dalla Simpson.
In più, dettaglio per nulla trascurabile, la duchessa e il Re si amavano. Quando Edoardo annunciò la sua abdicazione, l’11 dicembre 1936, disse via radio: “Ho trovato impossibile portare avanti il pesante onere della responsabilità e assolvere come vorrei ai miei doveri di Re senza l’aiuto e il supporto della donna che amo”.
A tal proposito l’esperta reale Anna Pasternak ha spiegato al People che la rinuncia al trono “era l’ultima cosa che [Wallis Simpson] voleva” e forse non solo per ragioni opportunistiche. La scelta del Re, infatti, la trasformò “in un conveniente capro espiatorio”, poiché “si prese la colpa dell’abdicazione”. Nel libro “The American Duchess. The Real Wallis Simpson” (2019) la Pasternak ha aggiunto: “[Edoardo provava] per lei quel tipo di amore intenso, ossessivo. Non l’avrebbe mai lasciata andare”.
La duchessa di Windsor avrebbe vissuto con un grande senso di colpa, forse perseguitata da voci infamanti: “Essere accusata in eterno di aver sottratto un Re amato e popolare al suo trono e di aver quasi distrutto la monarchia britannica si sarebbe rivelato un peso capace di annientare Wallis e che [quest’ultima] fu costretta a sopportare per tutta la vita”, ha detto ancora la Pasternak. Un’esistenza che andrebbe ancora approfondita, cercando il più possibile di separare dai fatti verificati l’immagine della Simpson tramandataci dal gossip.
Tenendo presente, come ha sottolineato l'esperta, che, nonostante tutto, quella tra Wallis ed Edoardo “fu una storia d’amore sincera fino alla fine. Il duca diceva sempre di non aver rimpianto l’abdicazione neppure una volta, perché era tanto felice”.
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