Becciu verso il passo indietro

La rinuncia risolverebbe li'impasse ma rischia di costare cara ai suoi nemici

Becciu verso il passo indietro
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La fumata nera sul cardinale Angelo Becciu puzza di zolfo. L'altro prelato sardo infangato dalla macchinazione scoperta dalle chat tra i suoi accusatori e il Promotore di giustizia Alessandro Diddi che ha portato alla sua condanna a 5 anni e sei mesi per truffa e peculato sugli investimenti della Segreteria di Stato avrebbe deciso di fare un passo indietro rispetto alla questione del suo ingresso in conclave. Non è chiaro se costretto dalle pressioni di chi non sa come risolvere il pasticcio sul suo diritto/dovere di voto, secondo il diritto canonico inalienabile e mai messo in discussione, o se il passo indietro è una sua libera scelta per sollevare i cardinali da questo impasse. Secondo quanto si apprende da fonti presenti alla congregazione generale di questa mattina, Becciu avrebbe preso la parola per ribadire la sua posizione, quella di avere diritto ad essere elettore. Ma alla fine avrebbe comunque comunicato il passo indietro. La conferma potrebbe arrivare in giornata, sebbene all'uscita dal Conclave molti cardinali - interpellati sull'argomento - avessero detto che il problema era stato affrontato ma non risolto.

Passa la linea di Pietro Parolin, che avrebbe in mano due lettere firmate dal Papa contro la presenza di Becciu in Conclave firmate F, la cui validità sarebbe sostanzialmente nulla dal punto di vista canonico ma significativa in un momento così complicato per la Chiesa.

In molti nel Conclave erano pronti a votare per la permanenza di Becciu, il possibile passo indietro rischia di costare caro ai detrattori del cardinale sardo e a chi pensava che la presenza del monsignore di Pattada avrebbe ostacolato i suoi piani. Perché l'influenza di questa scelta di Becciu, sicuramente non indolore, potrebbe comunque incidere nelle scelte del Conclave. Con dinamiche anche imprevedibili.

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