Alla bocciofila di via Varesina 46 «il Paolo», come si fa chiamare da una vita, lo conoscono bene tutti. Nonostante fosse agli arresti domiciliari, infatti, Maurizio Pastorelli, classe 1962, milanese, fino a qualche giorno fa era un assiduo frequentatore del centro ricreativo «Ente sport popolare Cagnola» che esiste a Milano dal 1950 e ha circa 1200 soci allattivo. Anzi: qui Pastorelli viene considerato uno dei giocatori di bocce più brillanti e stimati. E unottima persona. «Guardi, praticamente è cresciuto qua dentro, suo padre era un vecchio consigliere della bocciofila e Paolo è una sorta di istituzione. Grandissimo giocatore di bocce. Avevo sentito dire che aveva avuto dei problemi, qualche anno fa, dopo che era rientrato in Italia dalla Spagna, ma sa erano solo voci e poi qui si è sempre comportato in maniera ineccepibile - commenta Gioacchino, 51 anni, presidente della bocciofila dal 1994 -. Adesso mi spiace, ma non gli rinnoverò la tessera e dovrò sbatterlo fuori. Qui abbiamo uno statuto che parla chiaro. E lui non può fare i suoi comodi».
Paolo Maurizio Pastorelli infatti, ha diversi precedenti penali. E, in passato, è già stato arrestato per spaccio di stupefacenti, reato di cui laccusano ora i carabinieri della compagnia Porta Monforte che lhanno arrestato martedì sera proprio in via Cesare Ajraghi, una strada che fa angolo con via Varesina. Allinterno della bocciofila, infatti, il 49enne asso delle bocce custodiva nel proprio armadietto metallico ben 353 grammi di cocaina purissima, un bilancino digitale, qualche rotolo di carta stagnola e 15mila euro. Li hanno trovati i militari quando lo hanno bloccato proprio fuori dalla bocciofila e, dopo avergli trovato un grammo di cocaina addosso, lhanno obbligato a rientrare nel centro e ad aprire larmadietto. Quindi gli hanno messo le manette e se lo sono portati via.
Qualche giorno prima, infatti, una fonte confidenziale aveva spifferato ai carabinieri lesistenza di questo spacciatore-giocatore di bocce. I militari lavevano seguito e poi notato mentre faceva salire un uomo sulla sua auto, per poi farlo scendere poco dopo. Patorelli al momento era stato lasciato andare, ma il «cliente», perquisito e messo alle strette, aveva confessato: «Sì, mi ha venduto lui la cocaina che mi avete trovato in tasca». Martedì, poi, è scattato il blitz alla bocciofila.
Al momento dellarresto il presidente del centro ricreativo era assente, ma qualcuno gli ha raccontato che due carabinieri in borghese avevano intimato al Paolo di rientrare nella struttura e riaprire larmadietto che qui tutti chiamano «credenzino» e che è personale per ciascun socio che infatti ha una propria chiave.
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