Blitz della Finanza al Trivulzio: caccia a carte e documenti

Emilio Triaca, neo-commissario del Pio Albergo Trivulzio dopo le dimissioni del presidente Emilio Trabucchi, aveva chiesto ai finanzieri una settimana di tempo per iniziare a districarsi tra le carte lasciate in eredità dalla precedente amministrazione. E così è stato. Ieri, trascorsa una settimana, i militari del Nucleo di polizia tributaria sono tornati nell’ufficio Patrimonio della Baggina, per cominciare l’analisi dei documenti chiesta dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dal pm della Corte dei Conti Paolo Evangelista. Un lavoro lungo e complesso, che richiderà tempo. E di tempo ne ha richiesto anche ieri. Un intero pomeriggio, passato dalle Fiamme gialle al Pat.
Triaca, davanti ai finanzieri, ha dovuto ammettere di essersi trovato di fronte a una situzione quantomeno complessa. La necessità, anche per il commissario, è di «risistemare le cose». I militari hanno iniziato a prendere visione dell’enorme quantità di materiale raccolto negli uffici del Trivulzio. La priorità, a questo punto, verrà data alle vendite, a partire da quelle più recenti. Di ogni appartamento verrà ricostruita la storia, per verificare eventuali anomalie nelle cessioni. Per questo, saranno analizzate anche le stime fatte di volta in volta dall’Agenzia del territorio, sulle quali il Trivulzio parametrava le basi d’asta. Le vendite, è la tesi degli amminstratori del Pat, erano necessarie per fare fronte a bilanci in carenza d’ossigeno. Il sospetto, però, è che non sempre avvenissero a vantaggio dell’ente, così come impone la normativa pubblicistica, ma che gli appartementi fossero ceduti a prezzi molto al di sotto rispetto a quelli di mercato. Provocando così un danno erariale.

In particolare, la lente dei finanzieri si concentrerà sui circa quaranta appartamenti, tutti prevalentemente nel centro di Milano, venduti, in base ad una prima stima, a circa la metà del reale valore. E in alcuni di questi abitavano anche politici, manager della sanità e avvocati illustri.

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