All’alba di oggi, un blitz della polizia svizzera ha colpito la moschea al-Nur di Winterthur e altre tre abitazioni legate alla comunità islamica della città a nord di Zurigo. Alle perquisizioni, avvenute su segnalazione della procura regionale, sono seguiti quattro fermi di polizia. Fra loro, anche l’imam della moschea: un cittadino etiope che lo scorso 21 ottobre aveva incitato i fedeli a uccidere i musulmani che non vanno in moschea il venerdì e non rispettano le prescrizioni islamiche sulla preghiera. L’uomo, durante lo stesso sermone, avrebbe chiesto ai fedeli di denunciare pubblicamente i nomi di queste persone. Secondo quanto riferito dal quotidiano Tages-Anzeiger, si tratterebbe del predicatore in lingua araba Shaik Abdurrahman.
Aperta una procedura penale per istigazione al crimine per le quattro persone fermate, che saranno presto interrogate dagli inquirenti. Ancora da chiarire il ruolo delle altre tre persone, fermate insieme all’imam. Oltre a questi, sono stati fermati quattro giovani originari della Tunisia e dell’Algeria, trovati a pernottare nella moschea e sospettati di violazione alla legge sugli stranieri. La moschea al-Nur di Winterthur era nota da tempo ai media e alle autorità locali per il suo legame con il radicalismo islamico. Kurt Pelda, premiato come giornalista dell’anno in Svizzera nel 2014, era riuscito ad infiltrarsi nell’ambiente legato alla moschea e a denunciare i suoi legami con l’ISIS. Il risultato delle sue inchieste non lascia adito a dubbi: «C'è un intero gruppo di predicatori e leader che si incontrano nella moschea o all’esterno con i giovani cercando di radicalizzali», aveva dichiarato Pelda al quotidiano Der Landbote.
Secondo quanto scoperto dal giornalista, sarebbero almeno cinque le persone partire da Winterthur per combattere a fianco dello Stato Islamico. Anche per questa ragione, il predecessore dell’attuale imam, Shaik Wail, era stato allontanato dal suo ruolo a inizio anno e la moschea stessa sarà chiusa definitivamente a fine 2016. La società proprietaria dell’immobile si infatti è rifiutata di rinnovare il contratto di locazione. Sempre in Svizzera, un mese fa c’era stato un altro blitz di polizia alla moschea Re Faysal di Basilea.
In quell’occasione, erano state fermate due persone prive di documenti, entrate illegalmente sul territorio elvetico. Anche la moschea di Basilea, al pari di quella di Winterthur, è finita più volte nel mirino delle autorità svizzere per i suoi legami con l’estremismo islamico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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