Bonanni: gli evasori fiscali non sono solo gli autonomi

Il leader della Cisl: bene la stretta fiscale sui liberi professionisti ma va controllato di più anche il lavoro nero dei dipendenti

Gian Battista Bozzo

da Roma

«La lotta all’evasione fiscale e contributiva va fatta senza esitazioni e senza vessazioni. Ma attenzione: le tasse non devono aumentare. Anzi, i maggiori introiti possono essere utilizzati per ridurre la pressione fiscale sui contribuenti, siano lavoratori o imprese». Il segretario della Cisl Raffaele Bonanni rappresenta il lavoro dipendente, ed è decisamente schierato a favore delle misure antievasione. Tuttavia, non vuol fare distinzioni di «classe»: nel mirino, spiega in quest’intervista al Giornale, devono esserci tutti, autonomi, dipendenti che fanno il secondo lavoro in nero, grandi imprese che, nel 50% dei casi, dichiarano perdite o reddito zero.
Segretario Bonanni, il sindacato appoggia con decisione la linea Prodi-Visco sull’evasione. Ma non paventa il sorgere di una contrapposizione sociale dipendenti-autonomi, da cui difficilmente potrebbe uscire qualcosa di buono per l’economia?
«Posso tornare indietro di tre mesi? Appena insediato, il ministro dell’Economia Padoa-Schioppa incontrò le parti sociali e ci disse: dobbiamo tagliare la spesa, qua e là, su e giù. Riduciamo il cuneo fiscale, ma lo finanziamo con i tagli. L’intera classe dirigente diceva: dobbiamo ridurre le spese. Ma questo significa tagli alla sanità, alle pensioni, alla scuole, tutte cose alle quali siamo affezionati. Allora il sindacato ha risposto: anziché tagliare, tutti paghino il giusto, soprattutto quelli che non lo fanno».
Ciò non toglie che c’è modo e modo di far pagare le tasse. La nuova anagrafe tributaria è, dicono in molti, da Grande fratello.
«Ho appena parlato con Maurizio Sacconi, che sul Giornale ha evocato lo spettro del Grande fratello: gli ho ricordato che la mia busta paga è a disposizione di tutti. Poi, io capisco che non si deve creare una contrapposizione fra ceti sociali e categorie produttive, del resto la Cisl è interclassista per principio. Concordo con Sacconi sul fatto che serve non antagonismo, ma complicità fra le classi sociali per favorire la crescita economica. Bisogna però trovare una soluzione. Altrimenti, con quali soldi si darà la famosa "scossa" all’economia? Il taglio del cuneo fiscale, se va tutto bene arriva a febbraio... ».
Bonanni, lei sa bene che l’evasione è un fenomeno che non riguarda solo gli autonomi: molti dipendenti fanno un secondo lavoro in nero, e appare singolare che metà delle grandi imprese dichiarino perdite o reddito zero.
«Sono perfettamente d’accordo sui controlli nei confronti del doppio lavoro, e non solo quello in nero. Penso anche al lavoro irregolare in molte imprese, con la complicità dei dipendenti. E anche il fenomeno delle grandi imprese va messo sotto la lente d’ingrandimento. Voglio essere chiaro: non ce l’abbiamo con qualcuno in particolare, con una categoria a con l’altra. Chiunque fa il furbo, compromette la stabilità del welfare. E non possiamo concedere che i contribuenti che versano fino all’ultimo euro vedano ridotte le prestazioni sociali perché altri non pagano. Nessuna vessazione, nessuna esitazione».
Un altro rischio, tutt’altro che remoto, è che una stretta fiscale possa influenzare negativamente l’andamento dell’economia. Che ne pensa?
«Anche qui, bisogna essere chiari. Nessuno pensi a strette fiscali, le tasse non devono essere aumentate: bisogna farle pagare a chi le evade. Dirò di più, potremmo anche chiedere un tavolo di concertazione per discutere con il governo alcune idee: ad esempio, la defiscalizzazione degli aumenti retributivi legati alla maggiore produttività. Ma anche, in linea generale, sono molto favorevole a una sorta di meccanismo automatico che leghi i successi nella lotta all’evasione con la diminuzione della pressione fiscale. Più soldi incassati dall’erario, meno tasse per cittadini e imprese. Inoltre, è necessario che tutte le imprese legate in qualche modo a autorizzazioni, provvidenze e commesse pubbliche debbano essere perfettamente regolari dal punto di vista fiscale e contributivo. E anche il taglio del cuneo fiscale dovrà essere selettivo».


Queste cose si possono fare davvero, o tutto si ridurrà a un aumento delle imposte in finanziaria?
«Si possono fare, certo. Anche se vedo troppe critiche da parte del centrodestra e molte esitazioni nel centrosinistra. Da parte nostra, siamo pronti a dialogare su questo tema con tutti, maggioranza e opposizione».

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