Al terzo posto del podio dei peggiori sale questa settimana il presidente francese Emmanuel Macron. Dopo il tonfo nei consensi sperava che le Olimpiadi gli potessero dare un po' di buona stampa e invece non ne sta imbroccando una: squadre in fuga dal villaggio olimpico, atleti messi a stecchetto con diete ipoproteiche, inni sbagliati, bandiere capovolte. E che dire dell'ideona di far gareggiare gli atleti nei fanghi della Senna dopo aver speso 1,4 miliardi di ripulirla? Per non parlare poi dei sabotaggi alle linee dell'alta velocità e alle reti di fibra ottica. Un vero caos. Ma già dalla cerimonia d'inaugurazione avremmo dovuto capire che le Macroniadi sarebbero state un enorme sfacelo. Tra drag queen festanti e un Dioniso colorato come un puffo sono state trasformate in un carnevalata a dir poco imbarazzante che ha fatto imbufalire tutti. Un'infinità di polemiche e critiche a quella parata che agli occhi dei più è apparso uno sfregio all'Ultima cena di Leonardo da Vinci anziché un omaggio al "Festin des Dieux" del pittore olandese Jan Harmensz van Bijlert. E ancora: il Cio che ammette atleti intersessuali a gareggiare nelle discipline femminili in sfregio all’etica sportiva. Insomma, un’Olimpiade da dimenticare.
Al secondo posto del podio troviamo Riccardo Cassini, autore Rai della trasmissione Affari tuoi. Su Instagram ha condiviso una foto di Giorgia Meloni con la figlia Ginevra al loro arrivo a Pechino. "La mamma dei fascisti è sempre in Cina", ha scritto nel post. Alla faccia di TeleMeloni! Ecco il vero volto della Rai "monopolizzata dalle destre": autori livorosi che insultano il presidente del Consiglio proprio mentre è in missione all'estero per il nostro Paese. Il post di Cassini è più odioso di tutti gli altri che vengono vomitati quotidianamente contro la Meloni perché, oltre a rivangare stupidamente l'allarme fascismo, colpisce una bimba piccola che non dovrebbe essere, mai e poi mai, tirata sul ring politico. Davvero un colpo da vigliacchi.
Altrettanto brutto, in tema di libertà di informazione, il "report dei faziosi" firmato dal consorzio Media Freedom Rapid Response e cofinanziato dall’Unione europea. Giornalisti di Repubblica, Stampa, Fatto Quotidiano e Domani (tutte testate simpaticamente schierate a sinistra) hanno unito le forze per gettare fango sulla Meloni dipingendo l'Italia come un Paese autoritario. A smascherare le fonti (non propriamente super partes) di questo report patacca ci hanno pensato i cronisti del Giornale mandando su tutte le furie il direttore della Stampa, Andrea Malaguti, che messo con le spalle al muro ha preso la macchina da scrivere per vergare un editoriale violentissimo.
Ci ha descritti come bulli con una visione micragnosa, teppisti con il fare da hooligans, un giornale con "la g inevitabilmente minuscola". Che brutta pagina di giornalismo, questa scritta della Stampa! Come ha giustamente scritto il nostro direttore Alessandro Sallusti: "Bugiardi e pure ridicoli".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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