Roma - "Tra poco i magistrati saranno eletti
dal popolo". Ha detto così, il ministro delle Riforme e leader della Lega Umberto Bossi, durante un comizio venerdì pomeriggio in Veneto. E l'esternazione non è caduta nel vuoto. L'Associazione nazionale dei magistrati oggi ha replicato duramente alle dichiarazioni del Senatùr. "La Costituzione
italiana è una cosa molto seria e non dovrebbe mai essere
affrontata con battute estemporanee". Lo dichiara all’Adnkronos
il segretario Giuseppe
Cascini, commentando la proposta del ministro delle Riforme di magistrati
eletti dal popolo.
Cascini: "Il nostro uno dei sistemi migliori" Cascini sottolinea come il sistema di accesso in magistratura
italiano "è previsto dalla Costituzione ed è un sistema tra i migliori
nel mondo per le garanzie che offre in termini di professionalità e
indipendenza; mentre non credo -aggiunge- che lo stesso possa
dirsi con riferimento ad altre funzioni di nomina elettiva".
Bossi giorni fa aveva lanciato la proposta che i magistrati siano
eletti dal popolo e aveva aggiunto che "il Veneto avrà i suoi
magistrati perchè non se ne può più di non avere neppure un
magistrato veneto".
"Razzismo regionale" Quanto la provenienza territoriale dei magistrati
reclamata da Bossi, Cascini conclude che "appare sconcertante
che ancora oggi si debbano sentire manifestazioni di razzismo
legate alla provenienza regionale dei funzionari dello Stato, ed è
molto grave che una così grande offesa alla Costituzione venga da
un ministro della Repubblica".
Procuratore Roma: "Sarebbe clientelismo politico" Professionalità e
indipendenza": sono questi i punti che qualificano un magistrato,
afferma all’Agi il Procuratore Capo di Roma Giovanni Ferrara. Nel
caso si passasse all’elezione popolare dei giudici si "potrebbero
scegliere bravi professionisti", ma sicuramente "non saranno
magistrati indipendenti e porteranno con loro tutti i difetti del
clientelismo politico".
Ghedini: "Anm arroccata sui privilegi" "È
un’idea percorribile, ma va valutata con attenzione". Niccolò
Ghedini, deputato del Pdl e legale del premier, spiega
all’Adnkronos che la proposta di Umberto Bossi di eleggere i pm
come in Svizzera e negli States è già prevista dal ddl sulla giustizia e
bisogna verificarne la fattibilità nel rispetto della Costituzione. Il
parlamentare azzurro getta acqua sul fuoco ("non è una riforma che
spaventa") e replica così al segretario dell’Associazione nazionale
dei magistrati, Giuseppe Cascini, contrario all’elezione popolare
delle toghe in salsa leghista: "Soltanto l’Anm arroccata sui privilegi
della casta si può preoccupare".
"Non è un argomento urgente" Ghedini sottolinea: "Non è che il popolo sia da disprezzare nella
sua capacità di giustizia. Comunque, è un argomento come gli altri,
non mi sembra nemmeno il più urgente". L’avvocato di Silvio
Berlusconi argomenta: "La proposta di Bossi in realtà è già
anticipata dal nostro ddl sulla giustizia quando si ipotizza un
pubblico ministero elettivo per le udienze di fronte al giudice di
pace. Non è un’idea della Lega, la Lega poi l’ha recepita. In ogni
caso -ribadisce- è un’idea percorribile con la giusta attenzione.
Serve prudenza. Bisogna, infatti, verificare la possibilità di un
intervento a Costituzione vigente. Oppure -aggiunge- occorre
trovare l’accordo di tutto il Parlamento e verificare se c’è la
necessità effettiva di fare una riforma costituzionale sul punto in
questione".
Grasso: "Si parte con il piede sbagliato" "Più che ai magistrati forse si dovrebbe
chiedere al popolo se vogliono l’elezione diretta dei magistrati (sia
pm che giudici) e rinunciare a quelli che sono i valori dell’autonomia
e dell’indipendenza sia del pm che del giudice, che si pone come
terzo alle parti nel campo penale".
Una bocciatura alla proposta del ministro delle Riforme arriva anche dal procuratore Nazionale antimafia Piero Grasso: "si parte con il piede sbagliato". "Ritengo che sarebbe sconsigliabile una elezione popolare
della magistratura - ha proseguito Grasso -.
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