Bpi, svolta al vertice: in arrivo dall’esterno un direttore generale

La Finanza visita uffici e abitazioni di professionisti legati alla banca

Gianluigi Nuzzi

da Milano

Compaiono alcune misteriose finanziarie lombarde nell’inchiesta Antonveneta. Società che potrebbero esser state utilizzate - stando alla prima ipotesi investigativa - da alti manager di Popolare Italiana per gestire risorse patrimoniali proprie e parallele. Un filone tutto nuovo e sul quale cala il massimo riserbo. Se non fosse per la mezza dozzina di perquisizioni effettuate giovedì notte e ieri mattina nelle abitazioni e negli studi professionali di due persone ritenute vicine a Giampiero Fiorani. Perquisizioni tra Monza e Lodi.
La Guardia di finanza, sia con gli uomini del nucleo provinciale di Milano, sia con gli esperti del nucleo valutario, avrebbero acquisito atti, documenti, fotocopie e cd rom riferibili alle società ombra nel mirino degli inquirenti. Per l’accusa le società potrebbero infatti essere collegate all’impiego di risorse finanziarie riconducibili a Fiorani e a altre persone considerate a lui vicine.
Del resto le verifiche su Fiorani sono state capillari. Ed erano partite già settimane fa da alcuni indirizzi di Lodi, come via Grandi 6, ma soprattutto via San Francesco 10 dove risulta domiciliata la Immobiliare finanziaria lodigiana Ifil srl di proprietà di Gianpiero Fiorani e della moglie. Allo stesso indirizzo ha gli uffici anche il commercialista Aldino Quartieri, sindaco di molte società sia del gruppo Bpi, sia di Emilio Gnutti.
Nello studio Quartieri, inoltre, ha sede la Liberty srl, immobiliare che ha acquistato di recente per 3 milioni di euro una villa in Costa Azzurra, e che vede due soci. Il primo: Eraldo Galetti, 59 anni, costruttore comasco, socio al 90 per cento e amministratore unico della Gale srl, anch’essa domiciliata in via San Francesco 10 a Lodi. Il secondo: Silvano Spinelli, 72 anni, bresciano, procuratore dal 2000 di Bpi.
Insomma, un intreccio di professionisti e immobiliari che iniziano a interessare la Procura. Visti anche i corposi finanziamenti erogati a queste società da Popolare Italiana. Anche se - è bene dirlo - al momento nessuno di questi soggetti è indagato.
Intanto, mentre proseguono le indagini, la Popolare Italiana sembra impegnata ricercare un nuovo indirizzo di governance. Ne sarebbe una dimostrazione evidente la scelta, deliberata nel consiglio d’amministrazione della banca di ieri l’altro, di trovare e assumere dall’esterno un direttore generale. Una figura chiave che mancava alla banca durante la gestione di Fiorani. Una scelta che verrà pesata con il dovuto rilievo in Procura. Quali deleghe riceverà questo nuovo direttore generale ancora non è stato deciso, ma di sicuro andrà a coprire alcune competenze e degli incarichi che prima spettavano all’amministratore delegato. Ovvero lo stesso Fiorani.


Del resto ai primi di ottobre i pm Fusco e Perrotti dovranno decidere se chiedere o meno una proroga alla sospensiva disposta per Fiorani. In questo caso il gip Clementina Forleo potrebbe concederla al massimo per un mese. E un segnale di discontinuità appare sempre più probabile.
gianluigi.nuzzi@ilgiornale.it

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