Risarcimento ricco? Per le toghe

Il risarcimento per ingiusta detenzione delle toghe è di gran lunga superiore a quello di comuni cittadini

Risarcimento ricco? Per le toghe
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Le vittime di malagiustizia hanno un peso diverso a seconda del vestito che indossano. L'abito non fa il monaco, ma se sei una toga condannata ingiustamente, fa sicuramente più effetto. E garantisce un risarcimento diverso rispetto ai comuni cittadini. Come spiegare altrimenti la decisione della Corte d'appello di Milano che ha riconosciuto un indennizzo di 48.800 euro all'ex procuratore di Aosta Pasquale Longarini per aver trascorso 61 giorni ai domiciliari. Indennizzo di sette volte superiore a quello che, secondo il calcolo matematico, sarebbe stato dovuto. Ma qui la matematica diventa un'opinione e così, mentre di norma per ogni giorno di arresti domiciliari sono previsti 117 euro, nel caso in questione si è arrivati a 800 euro. Senza che la procura generale osasse proferir parola o fare ricorso. Attenzione, qui non si mette in discussione l'onta subita dal magistrato finito nel girone infernale degli errori giudiziari e assolto dopo anni dall'accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità, rivelazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento. Qui quello che spiazza è la sproporzione di trattamento e anche di esborso di denaro da parte dello Stato, cioè di noi contribuenti. Volete qualche esempio?

Antonia Versaci, di Lonate (Varese), ha passato 236 giorni in cella e 197 giorni ai domiciliari per estorsione, salvo poi essere assolta e risarcita con 35mila euro. Fulvio Passananti di Venezia è stato arrestato per rapina e sequestro di persona: 269 giorni di carcere valgono un risarcimento di 63500 euro. Un imprenditore di Frosinone dopo 2 anni e otto mesi di galera e altri 5 mesi di domiciliari è stato assolto per scambio di persona e indennizzato con 160mila euro. Al pastore sardo Beniamino Zuncheddu, dopo decenni di galera, sono stati riconosciuti 30mila euro.

Galera, per l'appunto. Non parliamo di soli domiciliari, il che rende il paragone ancor più disarmante. E alimenta il sospetto - per non dire la certezza - che se la vittima di malagiustizia è un magistrato l'indennizzo vale di più.

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