nostro inviato a Torino
Lha detto Montezemolo. «Mi aspettavo qualcosa di meglio». Probabilmente a nome di tutti gli juventini. Contraltare ideale a quelli del Chelsea che si sono goduti la qualificazione di «una squadra coraggiosa, tenace e fortunata». La fortuna (di Hiddink, della squadra, delle scelte, della ritrovata vena di Drogba) domina nei commenti inglesi. Tipico di chi ha vinto essere galante nei confronti degli sconfitti. Per gli inglesi la Juve è beffata. Per gli italiani è sconfitta. Con un «peccato!» in aggiunta. O con una speranza al limite dellutopia, suggerita da Montezemolo: «Adesso pensi a vincere lo scudetto». Certo! Fosse facile come a dirsi.
Ma da qui, cioè dal bye bye del Chelsea, la Juve dovrà correggere, rivedere, eliminare, ricostruire. Lo ha ammesso Ranieri: «Bisogna prendere giocatori importanti che permettano un salto di qualità». Perfetto, allora cominci a rivedere i suoi concetti sulla scelta di Poulsen. Come lanno passato su quella di Almiron. Costi eccessivi, utilizzo minimo. Poulsen si è guardato la sfida decisiva della stagione dalla panchina di una squadra mezza rotta. Tiago è stato rivalutato dopo oltre un anno: un po tardi. Costi alti e flop non vanno daccordo. Ecco, la Juve deve ricominciare dalle scelte di mercato. E azzeccarle. Il Chelsea, andata e ritorno, ha illustrato perfettamente i problemi. Serve una difesa più blindata. Non a caso la squadra si è mangiata la stagione (in Champions e in campionato) proprio quando i difensori hanno cominciato a prendere gol sciocchi, per fuorigioco sbagliati e dormite incomprensibili. Insomma negli ultimi due mesi. Buffon non è un problema, ma potrebbe esserlo: nessuno crederà che il gol-non gol (che poi era gol) e il primo pareggio del Chelsea non comportino sue responsabilità. Riflessi lenti? Sottovalutazione? Qualcosa non è quadrato. Proprio in partite come queste un portierone deve regalare almeno un miracolo. Se la Juve concludeva in vantaggio il primo tempo, chissà!
Potrebbe diventare un problema anche lirruenza di Chiellini: per altri versi una colonna difensiva. Farsi espellere così, quando la Juve poteva ancora giocarsela, è una colpa grave. Juve e nazionale potrebbero porsi lo stesso problema. Se nella Juve Chiellini è quasi insostituibile, in nazionale Lippi potrebbe cominciare a rivalutare la situazione: in competizioni brevi non può fidarsi di un difensore tanto scomposto negli interventi (Materazzi insegna). Perfino Ranieri ha ammesso che quel fallo (indipendentemente dalla moviola) era da ammonizione. Chiellini ha sbagliato tutto, senza neppur valutare le conseguenze. Lippi valuterà tutto.
Esaurito il punto uno: la Juve deve rafforzarsi in difesa, trovare un paio di giocatori che alzino la soglia di qualità. Ecco il punto due: serve qualcuno che ispiri le punte. Contro il Chelsea, lassenza è stata lampante. Del Piero non è capace e nemmeno ne ha voglia. Giovinco è un gingillino che illude per mezzora. Spesso abbaglia con quattro mossette. Ci vuol altro. E allora? Ranieri ha i nomi in testa: Diego, il brasiliano del Werder Brema, David Silva il peperino spagnolo del Valencia, la miglior controfigura di Nedved. Oppure affidarsi alla follia di Cassano, che rischia di non andare daccordo con metà spogliatoio, che gioca da punta ma regala assist con la bacchetta magica. Sta facendo segnare Pazzini, come fosse un goleador vero, figuratevi cosa gli riuscirebbe con Trezeguet, Iaquinta o Amauri. Escluso Del Piero, che probabilmente non sopporterebbe lintruso e in questi anni ne ha tritati tanti per mantenere la sua leadership. Ma non a caso Ranieri, nemmeno digerita leliminazione di Champions, ha parlato di giocatori che permettano il salto di qualità. Gliene sarebbe bastato uno per rovinare la festa al Chelsea.
Punto tre: qualche infortunato in meno. Solo sfortuna? O qualche colpa va distribuita? Difficile pensare di spuntarla con quel gruppo in infermeria: Sissoko, Zanetti, De Ceglie, Marchionni, Camoranesi, Legrottaglie. Troppi e troppo importanti. In partita si è aggiunto Nedved (forte botta alla costola). Ma la Juve dovrà abituarsi a giocare senza di lui. O forse non si abituerà mai. La sua determinazione non si compra. Invece, per la sua malasorte in Champions, ci vorrebbe uno stregone.
I grandi vecchi stanno mollando, qualcuno (Del Piero, tanto per non citare) dovrà abituarsi allo stile Inzaghi: mordi e fuggi. Ma questo è il futuro e la Juve deve rifondare. E oggi salvaguardare una stagione comunque valida. Servirebbe una ciliegina. Amauri ha due idee: «Non abbiamo intenzione di arrenderci nè in campionato, nè in coppa Italia». Che poi è lidea di tutti. Lutopia di Montezemolo o un sano realismo che porti alla coppa Italia? La parola (e i fatti) a Ranieri, che si gioca la riconferma: serve una ciliegina per chiudere la bocca a tutti e non sentirsi in bilico.
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