Cade il tabù nella marina inglese: venti donne nei sommergibili di Sua Maestà

L'esercito si tinge sempre più di rosa. Dopo gli Stati Uniti anche la Gran Bretagna si è dovuta adeguare ai tempi e permetterà alle donne di essere imbarcate sui sottomarini della Royal Navy. Come ha anticipato il tabloid britannico The Sun, per la prima volta nella storia della marina di Sua Maestà, 20 sommergibiliste lavoreranno a bordo dei sottomarini della classe Vanguard, che trasportano testate nucleari del tipo Trident. E su ognuna di queste potenti unità almeno cinque donne saranno ufficiali, con compiti di comando fra i 135 membri dell'equipaggio.
Sino ad oggi, i vertici della Royal Navy temevano in particolare che il lungo tempo trascorso in immersione, nel corso delle missioni di tre mesi, avrebbe potuto far abortire le marinaie incinte. Ma recenti studi hanno smentito questa ipotesi. Le zone dove vivranno le donne saranno distinte da quelle degli uomini, e le marinaie avranno le loro docce e cuccette separate da quelle deo colleghi maschi. La scelta del governo britannico potrebbe essere motivata anche dalle difficoltà ad arruolare sommergibilisti che si sono riscontrate negli ultimi tempi. Secondo il ministero della Difesa, la revisione dell'attuale politica sulle donne a bordo dei sottomarini sarà ultimata entro quest'anno.

Già il mese scorso alle donne americane con le stellette era stato permesso d'immergersi e lavorare fianco a fianco con i loro colleghi maschi, traducendo nella realtà quanto già previsto da Hollywood, alla fine degli anni Cinquanta, nel popolarissimo film «Operazione sottoveste», che affrontava proprio il tema della convivenza tra i sessi negli angusti spazi dei sottomarini.