Il calcio gioca con volley, basket e rugby

Il calcio gioca con volley, basket e rugby

Un commovente ricordo dell’ex massaggiatore della Samp Aurelio Comino, fatto da Beppe Marotta, ha aperto la presentazione della 25ª edizione del «Ravano» e della 16ª Coppa Mantovani. Il via, con il ritorno al vecchio, mitico Palasport della Fiera, il 15 di aprile fino al 5 maggio. Torna la grande manifestazione giovanile iniziata e voluta da Mantovani, venticinque anni fa (si celebrano proprio quest’anno le nozze d’argento col calcio dei ragazzi). Ne parla con molto amore il coordinatore principe dell’evento, Marco Caroli, responsabile del marketing blucerchiato: «Alla prima edizione - ricorda - erano iscritte 35 squadre, oggi sono 350. Un bel salto. Lo scorso anno erano 4.500 i ragazzi impegnati, in questa edizione saranno almeno 6.000». Molte le novità: accanto al calcio entrano in gioco il volley, il basket e il rugby. «Far giocare i bimbi - ha detto Marotta - è l’obiettivo di questa manifestazione, rimasta legata al principio che i ragazzi debbono essere educati ai valori veri della vita, l’amicizia, la solidarietà, il confronto leale. Oggi il calcio è diventato un business, bisogna tornare, almeno a livello giovanile, a recuperare certi valori».
Dunque tante discipline nuove da affiancare al calcio, e ancora il coinvolgimento del Comitato Paralimpico Italiano per dare spazio anche al mondo dei disabili. Sarà realizzato anche un «villaggio di intrattenimento» per i ragazzi, per dare loro la possibilità di conoscersi, anche senza giocare, confrontarsi, integrarsi e interagire col torneo. E ancora: quiz a premi per le classi, sul tema dello sport e infine un invito alla finale di tutti i vincitori delle 24 edizioni precedenti: «Un’idea significativa - ricorda Caroli - per ritrovare coloro che hanno caratterizzato e in un certo senso nobilitato questa manifestazione». Ecco: la memoria. Lo ha sottolineato Marotta: «Il lavoro è un patrimonio straordinario della Sampdoria. Guai a dimenticare colui che lo ha voluto e tutto quello che ha rappresentato per generazioni di ragazzini». Altra riflessione: se si pensa che oggi il calcio fa girare sei milioni di euro, appare come un’oasi di pulizia morale un evento come il Ravano che raccoglie seimila giovani (quarta e quinta elementare) legati solo dal desiderio di giocare e di divertirsi.

Nessuno avrebbe pensato, quel 9 aprile dal 1985, quando Mantovani tagliò proprio al Palasport, il primo nastro del Torneo, che questa manifestazione sarebbe diventata il fiore all’occhiello non solo della Samp, ma anche di Genova e dell’Italia intera. Nel nome di uno sport che ha voluto sempre formare e educare.

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