La oramai celebre maglietta numero 88 con la scritta "Hitlerson" e i cori antisemiti provenienti dalla Curva Nord sono stati, purtroppo, due degli episodi che hanno maggiormente catalizzato l'attenzione dei media nel recente derby tra Roma e Lazio. Senza considerare gli scontri tra le due tifoserie, che hanno reso ancora più teso un evento già di per sé particolarmente sentito nella Capitale.
Cosa è accaduto
La domenica di festa della Lazio, che per la prima volta dopo la stagione 2011-2012 è riuscita a prevalere nella stracittadina tanto nel girone di andata quanto in quello di ritorno, è stata macchiata da una serie di episodi, di cui si è resa protagonista proprio la tifoseria biancoceleste, che hanno purtroppo fatto scivolare in secondo piano l'avvenimento sportivo. Dalla maglia della Lazio numero 88 con su scritto "Hitlerson", si è arrivati fino alla riproposizione di quei cori di matrice antisemita che già erano stati cantati dai tifosi della Nord durante la recente trasferta di Napoli.
Gli ultras biancocelesti si sono rivolti contro gli acerrimi rivali della Sud giallorossa. "So' laziale e so' razzista, siamo le camice brune, tu ce fai pena con sta ca**o de kippah. C'hai er padre deportato e tu' madre è Anna Frank. Romanista sei un rabbino, pane azzimo, agnellino e festeggi l’Hanukkà". Parole registrate in un video che è stato acquisito per avviare un'indagine sulla vicenda
Le reazioni
"Impossibile far finta di nulla", ha commentato su Twitter il ministro dello Sport Andrea Abodi. Le indagini sugli episodi incriminati sono state affidate agli uomini della Digos della questura di Roma e ai colleghi del commissariato Prati.
Dopo la denuncia da parte del presidente della comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello, sono arrivate parole di condanna anche da parte del ministro dell'Interno: Matteo Piantedosi ha attivato direttamente il capo della polizia Lamberto Giannini e il questore di Roma Carmine Belfiore, sollecitando un urgente intervento per ricercare i responsabili. Pronta anche un'interrogazione parlamentare sulla vicenda, come annunciato dal senatore Ivan Scalfarotto.
Le misure
Il questore della Capitale ha emesso un daspo di cinque anni nei confronti del tifoso che sugli spalti della Nord indossava la maglia numero 88 "Hitlerson": si tratta di un uomo di nazionalità tedesca. Oltre a quest'ultimo altri due ultras biancocelesti sono stati individuati grazie alla collaborazione della stessa Lazio, ricevendo la medesima condanna. Più dura, invece, la punizione decisa dalla società di calcio, che ha deciso di bannare a vita i responsabili e di costituirsi parte civile per la richiesta di risarcimento danni di eventuali provvedimenti presi dalla giustizia.
"Nel corso della partita di domenica, Lazio-Roma, e nei giorni immediatamente successivi, sono state identificate tre persone che si sono rese protagoniste di comportamenti che nulla hanno a che vedere con il tifo e che manifestano forme di discriminazione e antisemitismo", si legge nella nota della società biancoceleste. "Grazie alla collaborazione tra la Società Sportiva Lazio, il proprio servizio di sicurezza, gli steward e le forze dell’ordine, anche mediante l’utilizzo delle telecamere di sorveglianza dello Stadio Olimpico, si è proceduto in breve tempo all’individuazione di una persona che indossava la maglia con il numero 88 recante la scritta “HITLERSON” e di altre due che ostentatamente compivano il gesto del saluto romano", prosegue il comunicato.
"Nei loro confronti, una volta concluso l’iter amministrativo degli organi di sicurezza e ottenuta dalla Procura della Repubblica l’autorizzazione al Questore a fornire le generalità dei tre soggetti, la Lazio applicherà con severità il Codice
Etico e disporrà il non gradimento quindi l’allontanamento a vita dallo stadio e si costituirà parte civile per la richiesta di risarcimento danni negli eventuali procedimenti penali che seguiranno", conclude la nota.Una curva intera che canta cori antisemiti, un “tifoso” in tribuna con la maglia Hitlerson e il numero 88 e noi, come sempre, gli unici a indignarci e a protestare. Possibile che tutti continuino a far finta di nulla? pic.twitter.com/AL3EGejYUf
— Ruth Dureghello (@dureghello) March 20, 2023
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