Il problema di non essere "più" maschi

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Gentile signora Valeria Braghieri, scrivo alla sua «posta del cuore» per dire la mia sulla vita matrimoniale; secondo me molti matrimoni finiscono male perché molti, forse troppi, uomini sono psicologicamente parlando castrati dal femminismo imperante (senza contare l’aggravante della «pseudo-cultura» woke) e di conseguenza sono confusi, disorientati perché privati di quelli che una volta erano i loro sicuri punti di riferimento. Le donne dovrebbero comprendere innanzitutto che gli uomini così come sono possono solamente essere accettati o rifiutati con tutto il corollario dei loro tanti difetti e poche virtù.
Cordiali saluti,
Maurizio Canarutto

Caro Maurizio, lei mi invita a una considerazione che faccio ormai da tempo. Quando sento le parole «maschilismo» e «patriarcato» penso sempre che contengano troppa mascolinità e testosterone rispetto a quella espressa dagli uomini di oggi. Il dramma sociale al quale siamo arrivati (che si esplica in soprusi, femminicidi, violenze di ogni tipo) è un portato di debolezza, non di forza. Lei attribuisce la colpa di questo cortocircuito dei rapporti alle donne, il che mi pare veramente paradossale. Il punto non è la posizione raggiunta dal sesso femminile, quanto le posizioni perse dal sesso maschile. Sa qual è la tristissima verità? Che ci sono non cinquanta, ma cento sfumature di Turetta. Ciò che rende piccoli, vendicativi, tossici, ossessivi e spietati i maschi dei nostri giorni è proprio il fatto di aver smarrito l’identità e di non sapere più come muoversi e in quale direzione. I maschi diventano persecutori e al limite persino assassini, non perché sono «troppo» maschi, ma, al contrario, perché non sono «più» maschi. Per quanto odiose e violente, le espressioni abusate oggi per raccontare i soprusi degli uomini nei confronti delle donne, fanno sempre riferimento a una virilità eccessiva (distorta ma eccessiva), tipica di altri tempi. Oggi, il problema, a mio avviso, è proprio l’opposto: i maschi non si sentono più tali o, in ogni caso, non sanno più come esserlo. La virilità, che porta con sé anche accezioni di forza positiva, protettiva e accuditiva è completamente morta.

E i Turetta di oggi sono il prodotto di un genere che non sa più dove posizionarsi nella società: non cacciano, non provvedono, non mantengono, non sono più i soli a guidare. A essere terrorizzati dalle donne sono solo quelli che sanno di non essere uomini.

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