Alzi la mano chi si sarebbe aspettato che il primo anno nella Premier League del talento più cristallino ad essere mai uscito dai fiordi della Norvegia sarebbe stato così devastante. Che Erling Haaland dava del tu al gol se n’erano accorti i tifosi del Borussia Dortmund ma erano molti i critici che pontificavano su come il suo impatto sul campionato più ricco e tecnico al mondo sarebbe stato problematico. Qualche mese dopo, il biondo cannibale dell’area di rigore ha messo a tacere tutto e tutti. Con la rete segnata mercoledì sera nel posticipo con il West Ham, il centravanti scandinavo ha battuto il record di gol segnati in una singola stagione della Premier League, i 34 gol messi a segno a metà anni Novanta da gente del calibro di Andy Cole ed Alan Shearer. A cinque giornate dalla fine della stagione sono in molti a pensare che quota 40 non sia affatto impossibile.
Haaland segna ovunque, comunque, in ogni situazione, contro ogni difesa come se fosse la cosa più naturale al mondo. Il fatto che riesca a farlo negli schemi di un santone come Pep Guardiola, uno che aveva la nomea di “mangia-attaccanti” è ancora più incredibile. Certo, gli storici ricorderanno come, nella lontana stagione 1927-28, il mitico Dixie Dean di gol per il suo Everton ne avesse segnati ben 60 in 39 partite ma quelli erano anche gli anni nei quali i grandi bomber non avevano problemi a segnare gragnuole di reti anche nella massima divisione. Pur senza battere il record di Ted Drake, che nel 1935 segnò ben sette gol in Arsenal-Aston Villa, Haaland sembra davvero una forza della natura. Esser riuscito a battere il primato della Premier, fatto quando il campionato era a 22 squadre e riuscirci quando il Man City si gioca il titolo, è prova provata che il norvegese è un talento che si vede una volta ogni generazione.
Il "pasillo" di Guardiola
A rimarcare quanto il record di Haaland sia straordinario, i compagni di squadra gli hanno concesso un onore raramente riservato ad un singolo giocatore, quello che gli spagnoli chiamano “pasillo”, ovvero sfilare in trionfo tra due ali composte da tutto lo staff della squadra mentre si torna negli spogliatoi. Un festeggiamento gioioso, certo, ma non scevro da piccole “vendette”, che di solito prendono la forma di scapellotti o prese per i fondelli. A dare il tono all’occasione ci ha pensato proprio il tecnico catalano, che certo non si è contenuto nel dimostrare il suo apprezzamento per l’attaccante, rifilandogli una sberla mica da ridere, quasi un uppercut, un montante dal basso verso l’alto.
Guard of honor for record breaker Erling Haaland@hirstclass ] #Pep #ReInventingTheGame pic.twitter.com/vMBzRSZz9a
— The Pep (@GuardiolaTweets) May 3, 2023
La logica? Rinforzare lo spirito di squadra, dimostrare a tutti che neanche un talento straordinario come il norvegese è più grande del gruppo. Il momento, d’altro canto, è allo stesso tempo gioioso ma pieno di tensione: se la corsa per l’ennesimo titolo di Premier contro l’Arsenal è a buon punto, con i Citizens avanti di un punto con una partita in meno dei Gunners, la sfida contro il Real Madrid di Don Carlo Ancelotti non è affatto semplice. Come ha reagito il granitico norvegese? Non solo non ha fatto una piega ma si è dimostrato un vero professionista anche nelle dichiarazioni post-partita.
Haaland tira dritto, come se niente fosse. “I prossimi record? Non ci penso, preferisco non continuare a parlarne o impazzisco. Ora vado a casa, gioco ai videogame, mangio qualcosa e dormo. Questa è la mia vita”. Il confronto con le dive capricciose del calcio nostrano è davvero impietoso.
Invece di invidiare la Premier per gli stipendi maxi e gli stadi intonsi, magari sarebbe il caso di imitare un ambiente che detesta le prime donne e pretende che le stelle rimangano con i piedi ben piantati per terra. Se i risultati sono quelli mostrati da Haaland, il gioco vale decisamente la candela.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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