Inter-Lazio, gol in fuorigioco e rigore negato: Var non pervenuto

Proprio davanti al portiere Mandas della Lazio, era posizionato l'interista De Vrij che impediva la perfetta e completa visuale all'estremo difensore greco

Inter-Lazio, gol in fuorigioco e rigore negato: Var non pervenuto
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C’è il gioco del calcio sul campo. C’è il gioco del calcio in tivvù. Impossibile sfuggire e fuggire alle telecamere. Chi ha voluto portare le tecnologie del football deve però saperle applicare sempre. Non è così. Ultimo esempio: il primo gol dell’Inter alla Lazio, nel quarto di finale di coppa Italia, splendido il gesto tecnico di Arnautovic ma sulla traiettoria, proprio davanti al portiere Mandas della Lazio, era posizionato De Vrij che impediva la perfetta e completa visuale al difensore greco che, questo è facilmente verificabile dalle immagini, cerca di spostarsi per meglio individuare la traiettoria medesima. L’arbitro e i suoi sodali al Var non fanno una piega, così, in verità, i calciatori della Lazio.

Già in precedenza si era verificato un episodio evitato nel dibattito, Martinez portiere dell’Inter aveva rimesso in gioco il pallone posizionandolo al centro della propria area di competenza, aveva poi passato il pallone con la mano a Bisseck che, a sua volta, aveva sistemato nuovamente il pallone però toccandolo con una mano. A termini di regolamento si tratterebbe di rigore e ammonizione, nulla di tutto questo, arbitro e Var in black out totale. Delle due l’una: o è difetto di competenza o mancanza di coraggio, non può esserci un’altra spiegazione.

L’Inter è stata favorita ma il suo allenatore in questo caso non si lamenta, la Lazio non va oltre una debole protesta ma resta il problema principale: il Var è un dispositivo per evitare equivoci ma gli arbitri chiamati, nello studio di Lissone, ad intervenire su episodi discussi aggiungono confusione, alimentano dubbi, sollevano sospetti. Il sistema arbitrale, a livello internazionale, è in evidente difficoltà, in tutti i campionati europei il problema è manifesto, in Norvegia hanno scelto di abolire il Var così aveva fatto la Svezia, paesi di tifoserie non certo calde ed esasperate come quelle latine ma tant’è, il regolamento va rispettato e non può essere interpretato seguendo l’esperienza o l’imperizia dei giudici, il loro stato emotivo, una rinnovata sudditanza psicologica.

Nei commenti dei media è scomparsa l’immagine del Grande Vecchio, si ha quasi il timore di individuarlo nel vertice del sistema, Fifa e Uefa, là dove gli impiegati-dirigenti giocano con il pallone, divertendosi a cambiare in corsa le regole, nella presunzione di passare alla storia come grandi riformatori mentre sono figure di potere pieno e inattaccabile.

Esistono zone d’ombra sempre più ampie, gli arbitri sono diventati principali attori, i loro errori, con le tecnologie introdotte, non possono avere ulteriori alibi e giustificazioni, credo sia arrivato il tempo di allargare il mondo arbitrale con ex calciatori ed ex allenatori, uomini di campo il cui senso del gioco e dello spirito agonistico (oggi troppo spesso soffocato dagli interventi arbitrali), sarebbero di grande aiuto alla burocrazia mentale che ha ridotto questo sport ad un football interruptus, avendo smarrito la magia del passato e soprattutto l’accettazione del verdetto e della realtà vera del campo, anche da parte degli stessi giudici.

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