Doveva essere l’occasione buona per la Vecchia Signora di rispondere alle tante polemiche, alle voci di ulteriori penalizzazioni e l’undici di Allegri non delude le aspettative, staccando il biglietto per la semifinale con una prova convincente. Aver superato una compagine in gran forma come quella di Sarri sarà una grossa iniezione di fiducia per una Juve uscita con le ossa rotte dal tonfo casalingo col Monza. Gli ospiti hanno fatto vedere qualcosa di buono specialmente all’inizio del secondo tempo ma con un Immobile ancora a mezzo servizio non sono riusciti a mettere in difficoltà l’attenta retroguardia bianconera. Una bella boccata d’ossigeno per Max Allegri, che aveva un gran bisogno di una vittoria per rasserenare un ambiente sull’orlo di una crisi di nervi.
La partita
Nonostante le speculazioni della vigilia, il tecnico livornese si affida ad un 3-5-2 con una retroguardia tutta verdeoro: Alex Sandro, Danilo e Bremer davanti al portiere di coppa Perin. In mezzo il ritrovato Locatelli con Rabiot e Fagioli a fornire qualità e sostanza. Sulle fasce Kostic farà coppia con Juan Cuadrado. La coppia di attaccanti è quella che i tifosi bianconeri sognano da una vita e che all’Artemio Franchi rimpiangono ancora: Dusan Vlahovic e Federico Chiesa.
Maurizio Sarri, col vento in poppa di un ottimo momento di forma, non ha bisogno di cambiare troppo e si affida al solito 4-3-3 con Maximiano che sovrintende la retroguardia composta da Lazzari, Patric, Romagnoli e Marusic. Al centro il regista Cataldi spera in qualche combinazione col ritrovato Luis Alberto. Davanti, invece, torna Ciro Immobile, con Felipe Anderson e Zaccagni a provare ad approfittare di qualche disattenzione di troppo della difesa bianconera.
Buona Juve, vantaggio Bremer
Partenza al rallentatore con entrambe le squadre fin troppo guardinghe, attente più che altro a non scoprirsi troppo. La Juve sembra più convinta e prova ad imbastire un gioco manovrato in grado di superare a forza di passaggi l’attenta retroguardia ospite. Movimenti buoni, specialmente sulle fasce ma quando si tratta di minacciare la porta laziale le cose raramente funzionano. Poco alla volta, però, la partita sale di tono con qualche interessante folata biancoceleste a fare il paio con la convoluta manovra bianconera. Attorno al quarto d’ora prima occasione per entrambe le squadre. L’undici di Sarri si rende pericoloso approfittando di un retropassaggio impreciso di Fagioli; Immobile alimenta la corsa sulla destra di Felipe Anderson che prova a restituirgli il favore. Ciro non ci arriva, Zaccagni sul secondo palo prova il tiro a giro ma non inquadra la porta. Sul rovesciamento di fronte Kostic si libera della marcatura di Lazzari, si accentra e cerca con una botta secca il palo lontano. La precisione c’è, come la potenza ma Maximiano riesce a prenderla con la punta delle dita e metterla in angolo.
Buon momento di entrambe le squadre, finalmente decise a giocarsela fino in fondo. Il pressing della Juve sembra riuscire ad imbrigliare la manovra degli ospiti, che non riescono a rendersi pericolosi. I padroni di casa provano ad approfittarne avanzando il baricentro ma non riescono a convertire questa supremazia territoriale in occasioni da rete. Una palla buona arriverebbe a Rabiot in piena area ma il transalpino la mette proprio sui guantoni di Maximiano. Alla mezz’ora la Lazio prova a ripresentarsi dalle parti di Perin ma insiste troppo al centro, dove la retroguardia bianconera è ben protetta da Locatelli.
Proprio quando la partita sembrava scivolare placida verso l’intervallo, ecco la zampata della Vecchia Signora. Buon movimento di Kostic che si scambia con Chiesa e mette un cross invitante nell’area piccola. Maximiano, che fino a quel momento era stato perfetto, sbaglia il tempo dell’uscita: Bremer ne approfitta, colpisce la palla con la nuca e la deposita preciso in fondo al sacco. Qualche minuto nervoso durante il lungo controllo VAR ma il brasiliano era in posizione regolare: 1-0 meritatissimo per l’undici di Allegri, che ha dimostrato di averne decisamente di più dei rivali. Parecchio da rivedere per Sarri nell’intervallo: per rimettere in sesto questo quarto di finale la Lazio dovrà cambiare parecchio.
Juve solida, Lazio poco concreta
Al rientro in campo Sarri decide di far sedere un Immobile non ancora al massimo e dare spazio a Pedro, la cui mobilità potrebbe creare parecchi problemi al centrocampo bianconero. La mossa sembra dare gli effetti sperati, con gli ospiti che schiacciano nella propria metà campo la Juventus. Palle gol pericolose non molte, ma l’inerzia della partita sembra pendere nettamente a favore della Lazio. La Juve riesce solo occasionalmente a sfuggire alla gran pressione laziale ma tutto sommato regge bene al forcing degli ospiti. Al 58’ Sarri richiama in panchina un amorfo Vecino dando almeno una mezz’ora buona al Sergente Milinkovic-Savic, che dovrebbe combinare con Felipe Anderson come seconda punta. Le contromisure di Allegri non si fanno attendere molto: fuori Vlahovic e Fagioli per Kean e Miretti, ruolo per ruolo senza grossi cambiamenti tattici. La Lazio continua a macinare gioco ma senza mai minacciare sul serio la porta di Perin.
La Juve prova qualche accelerazione per sfuggire alla pressione degli ospiti pur senza fornire mai palloni invitanti agli attaccanti. Appena arriva un passaggio decente, Kean scatta come un leone, costringendo quasi Patric al fallo e Maximiano ad una mezza papera: per fortuna degli ospiti il portiere lusitano riesce comunque ad evitare il raddoppio. Decisamente meglio la Juve, che sembra aver superato il momento di massima pressione laziale indenne. Girandola di cambi da una parte e dall’altra per un finale che si immagina ancora spigoloso. Fuori l’ottimo Chiesa per Di Maria mentre Sarri è costretto a cambiare Romagnoli, Luis Alberto e Cataldi.
Zaccagni continua a fare il diavolo a quattro sulla fascia ma non ha abbastanza supporto per causare grossi grattacapi alla difesa juventina. Invece del forcing laziale, nel finale di tempo sembra prevalere la qualità dei padroni di casa, con qualche bella giocata del Fideo Di Maria che delizia il pubblico dell’Allianz Stadium. Tra la frustrazione di Sarri e la soddisfazione di Allegri si chiude quindi con una bella vittoria della Juventus. Troppo poco, invece, dalla Lazio per mettere in difficoltà una Juve che è sembrata sempre in grado di contenere le ripartenze degli ospiti. Avanti i migliori, ora il derby d’Italia in semifinale contro l’Inter.
Il tabellino
JUVENTUS (3-5-1-1): Perin ; Danilo , Bremer , Alex Sandro ; Cuadrado (87’ De Sciglio), Fagioli (64' Miretti), Locatelli , Rabiot , Kostic ; Chiesa (78’ Di Maria); Vlahovic (64' Kean). A disposizione: Szczesny, Pinsoglio, De Sciglio, Kean, Iling-Junior, Di Maria, Gatti, Paredes, Soule, Rugani, Miretti. Allenatore: Massimiliano Allegri
LAZIO (4-3-3): Maximiano ; Lazzari , Romagnoli (78' Casale) , Marusic ; Vecino (59' Milinkovic-Savic) , Cataldi (75' Antonio) , Luis Alberto (75' Basic) ; Felipe Anderson , Immobile (46' Pedro Rodriguez) , Zaccagni. A disposizione: Provedel, Adamonis, Casale, Pedro Rodriguez, Antonio, Milinkovic-Savic, Basic, Bertini, Gila, Radu, Hysaj, Cancellieri, Romero. Allenatore: Maurizio Sarri
Marcatori: 44' Bremer (J)
Ammoniti: 64’ Cuadrado (J), 67’ Zaccagni (L), 79' Perin (J), 83’ Danilo (J)
Arbitro: Fabio Maresca
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.