Un centimetro alla volta, ma in modo costante. Inter alla Duplantis, oro e recordman olimpico nell'asta, per tentare di andare a prendersi lassù quel che è cullato dove riposano i sogni. Lo scorso anno fu la seconda stella, oggi Inzaghi continua a tenere steso l'indice per indicare la via e suggerisce di guardare alla luna e non fermarsi al dito che indica lì, sul petto, il tricolore. La conferma scudetto, certo, e quella Champions che sembrava più vicina solo un anno prima. A Genova, nell'esordio di questo pomeriggio, il mister è il primo a sapere che non si può vivere di ricordi: «Ripetersi non è semplice, ma ci proveremo con tutte le forze. L'obiettivo è migliorare l'atteggiamento. Ci sono tantissime squadre che proveranno a vincere, vedo un campionato livellato verso l'alto: le grandi si sono rafforzate, le medie sono bene organizzate».
Peggio di così, insomma, non potrebbe essere. Soprattutto per chi sa di essere come la lepre in fuga che tutti vogliono braccare, soprattutto per chi ricorda che neanche 8 mesi fa a Marassi finì 1-1: prima rete in nerazzurro di Arnautovic II°, pareggio di testa di Dragusin in pieno recupero, dopo l'interruzione per fumogeni nella prima metà gara. A difendere i pali rossoblu quella sera c'era Martinez, davanti un ispiratissimo Gudmundsson. Il primo oggi veste nerazzurro, il secondo è stato obiettivo di mercato: «Sono rientrati tutti, tranne de Vrij e Zielinski che ci sarà col Lecce», fa l'appello l'allenatore. «Siamo stati bravi a tenere l'ossatura e abbiamo messo dentro alcuni giocatori», dice della rosa, «ma sappiamo che ci manca qualcosa, visto l'infortunio di Buchanan. Ne abbiamo parlato con i dirigenti, dobbiamo mettere un giocatore importante per le rotazioni». La priorità è dunque un esterno sinistro di difesa (dall'Argentina danno il 21enne Palacios a un passo), poi chissà, anche se è stato lo stesso Inzaghi alla vigilia a dire che là davanti ora si è a posto così.
Anzi, il nuovo della nuova Inter è proprio Taremi: inizio di precampionato infarcito di gol, quasi out per l'esordio in A dopo l'affaticamento al bicipite femorale di due settimane fa, infine il ritorno anticipato tra i disponibili. E qualcosa - dando per certa la presenza di Thuram - di più di un'alternativa dal primo minuto a Lautaro, fresco anche di titolo sudamericano ma senza un minuto nelle gambe nella parentesi estiva. Per il resto, più Bisseck che Pavard, poi Darmian o Dumfries sulla destra.
Difficile dall'altra parte che Gilardino riesca a schierare l'ultimo arrivato Pinamonti: verosimile coppia avanzata Messias-Vitinha, davanti a Malinovskyi, Badelj e Frendrup. «La percezione è molto positiva», ha anticipato il tecnico del Genoa. «Abbiamo consapevolezza e voglia per affrontare una squadra di caratura internazionale».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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