Nella serata di lunedì la Juventus ha ricevuto un'altra mazzata da parte della Corte Federale d'Appello della Figc che le ha inflitto 10 punti di penalizzazione per il caso plusvalenze. Il club bianconero tra l'altro ha ricevuto questa brutta notizia a pochi istanti dal fischio di inizio del match contro l'Empoli, perso poi con un netto 4-1. Secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport, la Juventus avrebbe previsto due possibili esiti del processo sulle plusvalenze. I vertici di Corso Galileo Ferraris si auguravano in prima analisi il proscioglimento (che però era molto improbabile visto che l'impianto accusatorio della Procura Figc era stato di fatto confermato). La seconda opzione prevedeva una sanzione di non più di 5 punti, che sarebbe stata afflittiva sia dal punto di vista sportivo che da quello economico. Il meno dieci, invece, mette in seria difficoltà la Juventus che ad oggi sarebbe fuori dalla Champions League e in questo momento il vero problema per il club bianconero è economico, visto che ogni punto tra premi di campionato e diritti televisivi costa circa 5 milioni di euro: con il meno cinque ci sarebbe stata una perdita di 25 milioni di euro, con il meno dieci la bellezza di 50.
Il club bianconero, nella figura del manager Francesco Calvo, ha subito fatto capire come ci sia profonda amarezza e insoddisfazione per questa decisione e che il club si riserva il diritto di fare ricorso attraverso il Collegio di Garanzia del Coni. L'incubo per la Juventus, però, non sarebbe finito qui dato che la Vecchia Signora è attesa da un mese caldissimo per quanto concerne la giustizia sportiva. È stata fissata per il 15 giugno l'udienza del secondo filone di indagini davanti al tribunale federale nazionale della Figc per la cosiddetta manovra stipendi della stagione 2019-20 e di quella successiva, i rapporti con alcuni agenti sportivi e i rapporti di partnership con altri club definiti "amici". All'orizzonte, dunque, c'è la paura di incappare in una nuova penalizzazione senza sapere se sarà applicata quest'anno o l'anno successivo e infine c'è anche la partita con l'Uefa da dover "disputare".
La manovra stipendi
Anche per questo filone di inchiesta la Juventus rischia grosso. Secondo quanto riferisce la Gazzetta dello Sport, due le strade che si prospettano dove al club bianconero viene contestata la violazione dell'articolo 4.1, quello della lealtà sportiva e per cui il club bianconero è stato deferito per responsabilità diretta e oggettiva "per gli atti e comportamenti posti in essere dai propri dirigenti (deferiti Andrea Agnelli all'epoca dei fatti presidente del consiglio di amministrazione, Pavel Nedved allora vicepresidente, Fabio Paratici, Federico Cherubini, Giovanni Manna allora ds della Under 23, Paolo Morganti a capo della Football Operations, Stefano Braghin ds del settore giovanile all'epoca).
Una è quella del patteggiamento prima dell'inizio del processo, con conseguente sconto di un terzo della penalizzazione da scontare nella stagione che si chiude ufficialmente il 30 giugno, o nella prossima. L'altra è quella di arrivare fino in fondo a un nuovo processo con tre gradi di giudizio.
La decisione dell'Uefa
In tutto ciò contemporaneamente c'è il riscio "mannaia" dell'Uefa che pende sulla testa del club di Corso Galileo Ferraris, con il massimo organismo europeo che haricevuto tutti
i documenti dalla Procura di Torino e che sta effettuando la sua indagine parallela e che starebbe preparando l'esclusione della Juve dalle Coppe. Secondo quanto riporta la rosea, la decisione di Nyon è attesa per giugno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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